È andato in onda il quinto live di X Factor 2024, che ha visto l’eliminazione di Lowrah. Francamente incanta con l’inedito Fucina, fuori strada i Patagarri con Tu vuò fa l’americano – Bella Ciao. Qui le pagelle.

Francamente e i Patagarri, via X Factor

Giovedì 21 novembre è andato in onda il quinto live di X Factor. La giuria è composta da Achille Lauro, Jake La Furia, Paola Iezzi e Manuel Agnelli: ospiti della puntata i Coma_Cose. Lowrah è la cantante eliminata alle porte della semifinale: era l’ultima concorrente del team di Paola Iezzi. Tra i momenti più emozionanti della serata ci sono le interpretazioni di Francamente con l’inedito Fucina, ma anche Mimì con la cover di Lilac Wine di Nina Simone e Jeff Buckley. Mentre poco convincente i Les Votives con You Know I’m No Good di Amy Winehouse, cadono rovisamente i Patagarri con il medley di Tu vuò fà l’americano e Bella Ciao. Qui le pagelle.

Francamente, voto 8:

C’è molto di sorprendente, oltre al timbro. Affascina l’abbraccio, quasi fraterno, nell’esecuzione del suo inedito Fucina, per poi arrivare nel ritornello a dissolversi come polvere quando canta: “Dentro la fucina di parole che sei, ti ascolto mentre suoni domande che non sono le mie“. Rinnova la proposta, proponendo un’esecuzione acustica di Believe, spogliandola, non della sua essenzialità.

Mimi, voto 7:

Quando la penna di Madame tocca certe corde, è difficile assentarsi, con una voce come quella di Mimì. L’inedito Dove Si Va sembra accompagnarla lontana dalle sue zone di comfort, anche nello staging, ma sopravvive. Poi si riavvolge il nastro, come se non fosse passata una settimana dalla cover di La Sera Dei Miracoli di Lucio Dalla. Il terreno è ostico e la cover di Lilac Wine di Nina Simone e Jeff Buckley è tra gli appuntamenti più difficili. Com’è difficile non restare abbagliati dalle curve che prende la voce di Mimì, al comando, anche nella mimica facciale, della scena.

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Lorenzo Salvetti, voto 6,5:

C’è un esasperato bisogno di drama nella traduzione musicale di Lorenzo Salvetti che a volte ci si dimentica la sua età: 17 anni, tranne quando canta il ritornello del suo inedito Mille Concerti. Perché lì si trasforma in ciò che non si riesce a cogliere della sua età, un timbro che spezza la melodia da ballad pop del brano, affiancandosi a lavori di cantautori come Francesco Renga. È tra le prove più coerenti, mentre forse appare telefonata la scelta di Tananai per la cover, con la sublime Tango. Sia perché la versione originale ha ormai raggiunto un picco emotivo musicale, una barriera quasi infrangibile, sia perché, nell’arrangiamento portato sul palco, l’esecuzione appare sconnessa. Potrebbe esser stato un rischio tagliare “eravamo da me, abbiamo messo i Police, era bello finché ha bussato la police, tu fammi tornare alla notte che ti ho conosciuta, così non ti offro da bere e non ti ho conosciuta“.

Punkcake, voto 6:

Fa strano pensare che fino a qualche mese fa, tutto ciò non esistesse. Non si forniscono molte opportunità nel mondo della musica, ma ciò che è accaduto ai Punkcake fa ragionare sul potenziale di una band. Soprattutto di una in cui non c’è nulla di fisso, i ruoli, le voci, gli strumenti. Poi c’è Gloom, c’è “I feel fine when nobody’s around, my self-love is enough, I’m not cheeky just on my period, please give me a pad“, c’è un’abnegazione all’avanspettacolo quando Sonia Picchioni si intrufola nel pubblico. Una carica disturbante in cui tutto rimane elettrico. Poi c’è Maps degli Yeah Yeah Yeahs, anche questa stravolta, ma attuale grazie alla sua viralità su Tiktok. I dubbi continuano a ritornare su cosa li attenderà all’esterno, ma finché dura, bisogna goderseli.

Lowrah, voto 5,5:

Paga l’ingenuità di quando si rende una paluda stagnante l’urban, invece del florido terreno che rappresenta. Invece bisogna farsi ammaliare dalla caramella dolcissima lanciata da ESSEHO e Andry The Hitmaker, produttori del brano. Malasuerte, per attitudine e per la chicca “Mala mala, mala mala, mala mala, malasuerte”, è la canzone più fresca da lanciare sui social, soprattutto su TikTok, di quest’edizione.

Les Votives, voto 5:

Avrebbero meritato un voto più alto per l’arrangiamento di Monster, inedito convincente e che inorgoglisce come se rappresentasse la foto del loro percorso. Si ha la sensazione, poi con la cover di Amy Winehouse che tutto sembri stropicciato, com’era accaduto la scorsa settimana con La Canzone Nostra di Mace. E il dubbio sulla capacità di proiettare il suono dei Les Votives in altre canzoni sembra quasi sorvolare il loro capo: forse un po’ di più quello di Achille Lauro.

Patagarri, voto 4,5:

Come sopra, le due interpretazione dei Patagarri sono state impeccabili e avrebbero meritato forse qualche punto in più. Ma qui, il dubbio sulla loro identità diventa grande. In una dimensione attuale in cui i Patagarri subiscono l’influenza di Achille Lauro, il loro inedito urban Caravan, sembra portarli a Thoiry. Anche dopo lo sgambetto sul medley Tu vuò fà l’americano – Bella Ciao, che li porta lontani dalla meta, sono salvi. E sono tre su tre per Achille Lauro.

Manuel Agnelli, voto 7:

Poche volte lo si vede eccitato per una voce come quella di Mimì o per ciò che i Punkcake portano sul palco. E poi il discorso sulla protezione del talento, l’ironia sulla malinconia di Lorenzo Salvetti: il tutto chiuso con una frecciatina sul “collare” ad Achille Lauro dopo il medley dei Patagarri. Edizione in crescendo, come il dolore per la cervicale.

Jake La Furia, voto 6,5:

Sarà difficile pensare a Jake La Furia come una persona spigolosa dopo quest’edizione di X Factor. Anche in questa puntata c’è la caciara dei copricapezzoli con il suo volto, ma anche l’intervento duro nei confronti di Achille Lauro quando porta l’acqua al suo mulino criticando i Punkcake. E non sono nemmeno nella sua squadra.

Paola Iezzi, voto 6:

Questa volta, neanche lo scudo è servito. Anzi, ha sfoderato una versione latina di Lowrah in Malasuerte che non ha la necessità di vincere adesso, ma di compiersi domani. Il più grande regalo che potesse farle: costruirle un’identità per poi permetterle di svilupparsi altrove.

Achille Lauro, voto 5:

Tre su tre in semifinale, coprendo da mamma chiocchia i propri ragazzi quando serve. Poi quando non serve, indirizza i Patagarri su un medley scivolosissimo come Tu vuò fà l’americano – Bella Ciao. Risuona in mente ancora la domanda sulla differenza tra i Punkcake e i Patagarri, una provocazione che sicuramente non lo mette nella stessa direzione dei compagno di banco.

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