Confindustria, intervenendo in audizione sulla legge di bilancio del governo Meloni, ha detto che non dà “risposte adeguate” e non è in grado di “invertire la tendenza” dell’economia italiana a crescere pochissimo. Auditi anche i sindacati, con Cgil e Uil che hanno criticato duramente le misure nel testo della manovra.
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Confindustria prende la parola nelle audizioni sulla manovra, e per il governo Meloni ci sono molti aspetti preoccupati. Il testo “non offre risposte adeguate” ai problemi dell’economia italiana, che è “in sostanziale stallo”: il Pil faticherà anche a raggiungere il +0,8% stimato da molti istituti, hanno detto gli industriali, mentre l’idea dell’1% di crescita che l’esecutivo aveva previsto mesi fa è ormai da abbandonare.
Duri anche i sindacati: Cgil e Uil hanno definito la legge di bilancio una “fiera dei tagli agli investimenti e ai servizi pubblici”, mentre l’unico settore che non subisce tagli “è la spesa militare” e chi evade le tasse viene agevolato con l’ennesimo “condono”. Cisl, su una linea più morbida, ha chiesto comunque di intervenire su pensioni minime e taglio del personale nelle scuole.
Confindustria: “La manovra non offre risposte adeguate”
Confindustria ha chiesto “una manovra incisiva”. Perché, al momento, “non offre risposte adeguate ai problemi e ai rischi segnalati”. La legge di bilancio, insomma, “non appare in grado di invertire quella tendenza a livelli di crescita da zero virgola”. Lo ha detto il direttore generale Maurizio Tarquini . La “attenzione ai conti pubblici” è apprezzata, ma “il punto è che sono sostanzialmente assenti il sostegno agli investimenti e alle imprese che li realizzano”.
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Ora, per gli industriali, l’Italia è “di fronte a un bivio”. Tra il “tornare a essere un propulsore d’innovazione, progresso, opportunità”, e il “declinare verso l’immobilità, la rendita, verso modelli di economia di prossimità spesso a basso valore aggiunto”. Perciò devono arrivare “segnali chiari e di misure coraggiose”.
L’economia italiana è “in stallo”
L’economia italiana è “in sostanziale stallo”, e non solo è “improbabile la crescita al +1% prevista dal governo”, ma è anche “difficile quella al +0,8% stimata dai principali previsori”. Soprattutto, nel silenzio generale, “la produzione industriale è caduta di un -7,4% negli ultimi 24 mesi, cioè agosto 2024 su agosto 2022” e ha registra un calo “da 19 mesi consecutivi”. Un calo che non sarà aiutato dal taglio al ministero delle Imprese e al Fondo automotive: “La filiera dell’auto ha vissuto un crollo negli ultimi mesi”, quindi almeno una parte del Fondo “deve essere recuperata”
Infine, ci sono le tasse. È valutato in modo positivo il taglio del cuneo fiscale, ma il taglio delle detrazioni Irpef sopra i 75mila euro di reddito “rischia di vanificare” l’effetto di questa misura e di avere effetti “negativi”. Invece il taglio delle aliquote Irpef porterà un “contributo poco significativo e, quindi, poco percepibile per i soggetti interessati”.
Cgil: “Manovra taglia tutto tranne spese militari”, Uil: “Nuovo condono per evasori”
Per Cgil ha parlato il segretario confederale Christian Ferrari che ha condannato “l’ulteriore diminuzione dei dipendenti pubblici, l’ennesimo taglio per istruzione, ricerca, Regioni ed enti locali, la programmazione di una riduzione delle risorse per la sanità pubblica”. Il sindacato ha detto che si possono “recuperare molte risorse da profitti, extraprofitti (decine e decine di miliardi di euro), rendite, grandi patrimoni, evasione fiscale e contributiva”.
Invece si ricorre a “condoni, concordati e ogni altro strumento possibile e immaginabile per favorire gli evasori”. Un tema su cui ha preso posizione anche segretaria confederale della Uil Vera Buonomo: “Siamo completamente contrari al ricorso a condoni, anche se vengono chiamati in modo diverso” riferendosi al concordato biennale. “Questo è il Paese che negli ultimi anni ha registrato 20 condoni”, e ciò “significa non voler affrontare il problema di un’evasione che si attesta intorno agli 80 miliardi”.
“L’unico settore che non solo non subisce alcuna austerità, ma vede un incremento delle risorse senza precedenti”, ha insistito la Cgil, “è la spesa militare con circa 35 miliardi di euro da qui al 2039, tra il ministero della Difesa e il Mimit. Una scelta che ci vede radicalmente contrari perché preannuncia la conversione della nostra economia in un’economia di guerra”.
Le critiche su salari e pensioni
Il sindacato si è detto insoddisfatto anche per il taglio al cuneo fiscale (“si tenta di vendere come nuovo sostegno ai lavoratori ciò che nuovo non è affatto”) perché “non è certamente questo il modo di affrontare la questione salariale”. E ha sottolineato che ormai è “completamente scomparso dall’orizzonte il superamento della legge Monti/Fornero promesso in campagna elettorale”.
In più, mentre il governo “continua a celebrare record immaginari“, il Pil cresce pochissimo e “la produzione industriale cala da 19 mesi consecutivi”. E le norme inserite nella manovra “sono destinati a peggiorare ulteriormente le cose”, con una “fiera dei tagli agli investimenti e ai servizi pubblici”.
Per la Uil, il testo è “insufficiente a rispondere alle sfide attuali del Paese” perché segue il “paradigma dell’austerity”. Solo tagli per istruzione, sanità, pensioni, mentre la legge di bilancio “avvantaggia i soliti noti” e ignora – tra gli altri – il problema della casa: “Con più di 113mila richieste di sfratto, di cui più di un terzo per motivi di morosità, ci vuole ben altro che il ‘piano casa’ previsto dal governo, di soli 50 milioni in due anni”.
Cisl chiede aumenti pensioni minime
Come detto, Cisl ha seguito una linea più morbida. Ci sono “aspetti migliorabili e da modificare”, ha affermato il segretario confederale Ignazio Ganga, ma in generale la manovra “risponde in modo significativo a diverse urgenze dei lavoratori, delle famiglie e del sistema socio-economico “.
Bene il taglio del cuneo fiscale, “intervento che sosteniamo da anni”, la detassazione degli straordinari e il bonus per lavoratrici madri che viene confermato, oltre ai vari bonus assunzioni. Bisogna puntare, però, su un “aumento delle risorse destinate alle pensioni minime” e a un ulteriore taglio dell’Irpef. Il sindacato si oppone invece al “taglio strutturale degli organici nella scuola ed al blocco parziale del turnover nella PA, nell’Università e nella ricerca”. In più, chiede una “riforma organica della previdenza”.