ROMA – Lufthansa entra nel capitale di Ita (al 41%, per 325 milioni) perché la compagnia italiana ha le giuste dimensioni industriali, senza gigantismi e sprechi. Dunque è pronta, in modo strutturale, a centrare l’utile di bilancio già nel 2025.
Così l’ad della gruppo tedesco Carsten Spohr in una conferenza stampa sull’intesa raggiunta ieri con il nostro ministero dell’Economia, che vende le azioni del vettore azzurro.
Lufthansa spiega che il suo assegno (di 325 milioni) non andrà allo Stato italiano. Finirà al contrario nella casse di Ita, carburante per il suo rilancio. Rilancio che potrà contare anche su un ultimo contributo dell’Italia (per altri 250 milioni).
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Verso Egitto e India
Spiega il manager che l’acquisizione comporta rischia assolutamente limitati per Lufthansa. Avere una quota di minoranza (il 41%) significa che le perdite di Ita non saranno acquisite, consolidate nel bilancio complessivo del gruppo tedesco.
Spohr indica in Roma Fiumicino e Milano Linate i due pilastri su cui scommettere. Fiumicino collegherà verso il mercato più redditizio del Mondo (l’America del Nord), ma anche verso il Sud America che ha legami storici enormi con il nostro Paese.
Lufthansa cita anche il Cairo in Egitto, Nuova Delhi, in generale la Cina come destinazioni che la compagnia raggiungerà in modo massivo. Linate invece sarà la porta per tutti i turisti europei che vogliono trascorrere dei soggiorni anche brevi nelle splendide località del Settentrione.
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I Frecciarossa
Il gruppo tedesco scommette anche sulle sinergie che saranno realizzate con Ferrovie dello Stato, che dispone di una infrastruttura decisiva: l’Alta Velocità che collega Bologna, Firenze, Roma e Napoli con notevole efficienza.
Nelle previsioni dei tedeschi, il contratto definitivo per Ita (il closing) potrà essere sottoscritto entro l’anno, dopo l’esame della nostra Corte dei conti, dell’Antitrust italiano e soprattutto della Commissione Ue, garante della concorrenza.
Da quel momento, i tedeschi esprimeranno l’amministratore delegato del vettore azzurro e un consigliere di amministrazione. Avranno, quindi, due persone nel futuro Cda (sulle cinque poltrone complessive).