Il bicchiere, è il caso di dirlo, tende a tornare mezzo pieno. Questione di prospettiva, certo, ma anche di numeri. I dati sul mercato del vino siciliano, elaborati da Wine Monitor di Nomisma per UniCredit, fanno ben sperare sul 2024. Filtra una luce di speranza, si direbbe, anche se è ancora presto per dirlo visto che l’analisi riguarda i primi due mesi di quest’anno e non c’è un disaggregato per regione. Secondo Wine Monitori di Nomisma, «per quanto ancora poco indicativo di quello che sarà il trend dell’anno, il primo bimestre 2024 vede gli acquisti di vino dall’Italia in controtendenza». Un dato, per quanto riguarda la Sicilia, in fondo empiricamente confermato dalle visiste nello Stand Sicilia al Vinitaly di Verona. «Lo studio UniCredit-Nomisma mette in luce un mercato globale e domestico del vino in continua evoluzione, sia per ragioni interne al settore che per dinamiche più ampie afferenti alla sfera economica e geopolitica – dice Salvatore Malandrino, Regional Manager Sicilia di UniCredit -. Proprio per questo UniCredit si è impegnata a rinnovare la gamma di strumenti di sostegno per il settore, da affiancare al tradizionale supporto creditizio. Penso per esempio al plafond da 1 miliardo di euro nell’ambito dell’iniziativa ’UniCredit per l’Italia’ a supporto degli investimenti delle imprese agricole e agroalimentari, alle emissioni obbligazionarie di minibond e al rinnovato assetto della nostra rete con la presenza di gestori e specialisti agribusiness, che sono in grado di supportare in modo ancora più mirato le realtà del settore».

Inversione di tendenza nei primi due mesi 2024

La situazione, sempre secondo Wine Monitor di Nomisma su dati doganali, è questa: la crescita media dell’export su 11 Paesi selezionati è del 4,3% con punte del 18,5% in Canada e poi l’11% in Uk, il 7,7% in Francia, il 6,1% negli Stati Uniti, il 4,6% in Australia, il 3,6% in Cina e l’1,8% in Norvegia. Vanno male invece il Giappone che registra una crollo dell’import dei vini italiani con una flessione del 36,2% e la Corea del Sud con una flessione del 37%. In calo anche il Brasile con una flessione del 6 per cento.

I 25 anni di Assovini

In fondo, messa così, si tratta di dati confortanti e intanto utili a festeggiare con una certa serenità i 25 anni di Assovini, l’associazione siciliana che raggruppa un centinaio di grandi e piccoli produttori, e soprattutto i 20 anni di Sicilia en Primeur, la manifestazione (che si terrà a Cefalù dal 9 all’11 maggio) con oltre cento giornalisti accreditati tra stampa italiana ed estera cui si aggiungono 59 aziende associate e la presenza di Pietro Russo, neo Master of Wine, insieme a professionisti del settore che guideranno i seminari tecnici in programma. «Sicilia en Primeur 2024 sarà un’edizione speciale con un doppio compleanno: venticinque anni dalla fondazione di Assovini Sicilia e vent’anni anni dalla prima edizione di Sicilia en Primeur – commenta Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia -. L’associazione, che oggi riunisce cento aziende vitivinicole, è protagonista della storia della vitivinicoltura siciliana e della sua rivoluzione, grazie alla straordinaria visione dei suoi fondatori e all’impegno dei successori e delle aziende che in questi anni hanno lavorato per promuovere il vino siciliano come ambasciatore culturale nel mondo, valorizzando la diversità del continente vinicolo siciliano».

I vini bianchi trainano la Sicilia

L’analisi dei dati sul 2023 ci dice che i vini bianchi e le colture biologiche trainano la Sicilia che resiste alla contrazione dei raccolti di uve dell’ultima vendemmia dovuta agli eventi climatici estremi e all’attacco della peronospora. Sul fronte delle esportazioni in Sicilia nel 2023, flettono le esportazioni di vini rossi DOP (-4%) mentre cresce l’export di vini fermi bianchi DOP (+ 7%). L’export di vini bianchi DOP siciliani cresce negli Stati Uniti (+29%), seguito dal Canada (+13,9%) e dalla Germania (+6,8%). Per i rossi DOP siciliani la maggiore crescita dell’export si ha con la Francia (+7,5%), seguito dal Regno Unito (+6,8%). dati positivi arrivano anche dalla grande distribuzione organizzata dove le vendite di vini Dop regionali sono cresciute del 5,3% a valore (contro una media nazionale del +3,4%) e del +0,3% a volume (contro un calo del -1,9%).

Etichette siciliane al quinto posto nei gusti dei consumatori

L’edizione 2024 dell’Osservatorio si è arricchita dei risultati di una survey che ha coinvolto 1.000 consumatori italiani di vino, rappresentativi della popolazione italiana per genere, età e residenza territoriale. Gli obiettivi dell’indagine sono stati, tra gli altri, quelli di valutare la notorietà dei principali vini a denominazione presso il consumatore, identificare le regioni maggiormente apprezzate nella produzione di vini per tipologia e mostrare i comportamenti di consumo a livello territoriale (frequenza, canali di acquisto, ecc). percezione del brand Sicilia. Le etichette siciliane si sono piazzate al quinto posto dietro i vini di Piemonte, Toscana, Veneto, Toscana e Friuli Venezia Giulia. Fra i vini rossi l’Isola scende al sesto posto ma risale al terzo per i vini bianchi. A guidare questa crescita “bianca” è il Grillo.

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