Sono quasi 2,4 milioni le attivazioni della funzione dell’app IO che consente di avere sullo smartphone in versione digitale la patente di guida, la tessera sanitaria e la Carta della disabilità europea. Quasi 4 milioni in tutto i documenti scaricati. È l’ultimo aggiornamento fornito dal Dipartimento per la trasformazione digitale e il sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti parla di «un successo» che è «il risultato di un impegno collettivo» tra Dipartimento per la trasformazione digitale, PagoPa, Poligrafico dello Stato, Mit, Mef e Sogei.
La comunicazione ufficiale continua a fare riferimento all’ “It-Wallet” anche se, norme alle mano, di “IT-Wallet” non si può ancora parlare. Siamo più che altro in una fase ancora embrionale di un progetto che si concretizzerà solo nel 2025. Lo si evince chiaramente dal decreto 19/2024 (decreto Pnrr quater) che all’articolo 20 istituisce il «Sistema di portafoglio digitale italiano (Sistema Italietta)». Sono previsti diversi passaggi attuativi e tecnici non ancora completati. E solo «nelle more della piena funzionalità del Sistema IT-Wallet – specifica l’articolo 2o del Dl – sono rese disponibili, a richiesta, attraverso il punto di accesso telematico di cui all’articolo 64 -bis , le versioni digitali della Tessera sanitaria – Tessera europea di assicurazione di malattia (TS/TEAM), della patente di guida mobile e della Carta europea della disabilità». Insomma, dire che l’IT-Wallet oggi è in funzione rischia di essere fuorviante.
I provvedimenti mancanti
Del resto mancano ancora passaggi fondamentali. In primo luogo non risulta ancora adottato il Dpcm con le linee guida (era previsto che fosse emanato entro gli inizi di luglio) che, su proposta dell’Agenzia per l’Italia digitale (AgID), deve definire diversi aspetti che sono fondamentali per il via libera effettivo, a partire dalle «caratteristiche tecniche e le modalità di adozione dell’IT-Wallet pubblico e delle soluzioni di IT-Wallet privato da parte di cittadini e imprese, nonché la tipologia di servizi resi disponibili dalle soluzioni IT-Wallet»; le misure da adottare sul piano tecnico e organizzativo per assicurare livelli di affidabilità, disponibilità e sicurezza adeguati al Sistema IT-Wallet; le modalità di accreditamento presso l’AgID dei soggetti privati fornitori delle soluzioni IT-Wallet privato;) gli standard tecnici adottati per garantire l’interoperabilità del Sistema IT-Wallet con le banche dati e i sistemi informativi della pubblica amministrazione e dei soggetti privati accreditati. L’Agenzia per il digitale fa sapere che va avanti il lavoro di concerto con le parti interessate – c’è un tavolo in corso con amministrazioni centrali, Regioni e Comuni – e che le linee guida saranno messe in consultazione pubblica.
Ma a mancare all’appello è anche un altro provvedimento attuativo previsto dal Dl 19/2024. Si tratta di un ulteriore Dpcm, da emanare sentito il Garante per la privacy, che deve definire i compiti e le funzioni attribuite alle società che provvedono alla realizzazione del sistema IT-Wallet, ovvero PagoPa e Poligrafico dello Stato. Ma il Dpcm è fondamentale anche per altri aspetti. Deve specificare la data a decorrere dalla quale l’IT-Wallet pubblico è reso disponibile; la data a decorrere dalla quale i soggetti privati accreditati possono rendere disponibili soluzioni di IT-Wallet privato; la tipologia di servizi che possono essere oggetto di remunerazione da parte del titolare del Wallet. Il Dipartimento per il digitale prevede che il provvedimento possa essere licenziato nel primo trimestre del 2025.
Per ora c’è solo “Documenti su IO”
Come si vede, i Dpcm mancanti sono determinanti per potere avviare il vero It-Wallet. E forse, almeno per quanto riguarda strettamente la definizione dei compiti delle società pubbliche coinvolte, non è ininfluente lo stallo in cui si trova il processo di acquisizione di PagoPa da parte del Poligrafico dello Stato e di Poste italiane.