Il Tribunale di Milano ha dichiarato l’avvio della liquidazione giudiziale – l’ex fallimento – per Ki Group Holding spa, società del gruppo del bio-food guidato fino al febbraio 2022 dall’attuale ministra del Turismo Daniela Santanchè. I giudici della sezione ’crisi d’impresa’ hanno accolto la richiesta dei pm Maria Gravina e Luigi Luzi di dichiarare “l’inammissibilità della domanda di accesso” al concordato in bianco e dare il via alla procedura fallimentare. Ki Gruop Holding spa è la terza società della galassia societaria che faceva capo a Daniela Santanchè a venire dichiarata fallita dopo Biora e Ki Group srl.

La sentenza depositata: debiti erariali e previdenziali per 1,4 milioni

Ingenti “debiti erariali e previdenziali di circa 1,4 milioni di euro” a partire “da ottobre 2020”, un “patrimonio netto negativo” al 28 febbraio scorso di oltre 6,5 milioni di euro, la “mancata soluzione alternativa della crisi e dell’insolvenza, stante il mancato deposito dell’accordo di ristrutturazione dei debiti” e uno “stato di definitiva incapacità dell’impresa di fare fronte regolarmente alle proprie obbligazioni”. Lo scrivono i giudici della Sezione seconda civile e crisi d’impresa, Laura De Simone, presidente, Luisa Vasile e Francesco Pipicelli, nella sentenza, depositata e notificata oggi alle parti, con cui hanno dichiarato “l’apertura della liquidazione giudiziale” per Ki Group Holding, un’altra delle società del gruppo del bio-food un tempo guidato dalla ministra Daniela Santanchè e dall’ex compagno Giovanni Canio Mazzaro. Società fallita su istanza della Procura di Milano diretta da Marcello Viola e del pool di pm guidato dall’aggiunto Roberto Pellicano. Ma anche della Agenzia delle Entrate, che evidenziato debiti da parte della holding per oltre 400mila euro, con “esito negativo dei pignoramenti di crediti presso terzi tentati”. Come curatore fallimentare, che dovrà redigere una relazione che sarà depositata anche alla Procura, è stato nominato dai giudici Marco Garegnani.

Il piano di salvataggio mai presentato

Lo scorso dicembre Ki Group Holding, tramite i suoi legali, aveva chiesto un concordato in bianco e nuove misure di protezione assicurando che entro 60 giorni sarebbe stato presentato un “piano di salvataggio”: si sosteneva di avere la disponibilità di un investitore in modo da rimettere in sesto i conti. Già allora per la procura di Milano e per l’Agenzia delle Entrate, che lamentava un debito con il fisco di circa 400mila euro, doveva essere, invece, aperta la procedura di liquidazione giudiziale. Il termine concesso era stato, poi, prorogato dai giudici fallimentari fino allo scorso 22 aprile. La società, però, non ha depositato «né la proposta, né il piano di concordato, né il ricorso per omologa dell’accordo di ristrutturazione» o altro «strumento di regolazione della crisi». Tra i maggiori creditori di Ki Group Holding ci sono il fallimento di Bionature, una società del settore alimentare che un tempo faceva parte della fallita Bioera, e il fallimento di Penta Trasporti.

I processi

E’ l’ennesima grana giudiziaria per l’esponente del governo Meloni, indagata per bancarotta fraudolenta già dal dicembre 2024 proprio in relazione al fallimento di Ki Group. Santanchè è inoltre sotto processo per il presunto falso in bilancio della società editoriale Visibilia e rischia il rinvio a giudizio (il procedimento è attulamente in fase di udienza preliminare) per truffa aggravata all’Inps, imputazione che ruota intorno a un presunto uso improprio della cassa integrazione durante l’emergenza Covid.

Condividere.
Exit mobile version