E’ stata la protesta più eclatante delle passate Olimpiadi, quelle parigine, messa in pratica dagli azzurri del Settebello, in mondovisione, dopo aver subito un gigantesco (e certificato) torto arbitrale nella decisiva sfida dei quarti di finale contro l’Ungheria.
Così la formazione maschile dell’Italia è stata squalificata per sei mesi per la violazione dell’articolo 5 del World Aquatics Integrity Code. Gli azzurri, eliminati, avevano fatto ricorso (poi rigettato) contro la direzione arbitrale e prima della sfida con la Spagna, al momento degli inni, l’intera squadra aveva dato le spalle agli arbitri. Nella sospensione di sei mesi c’è anche l’esclusione dalla prossima World Cup oltre ad una multa di 100.000 dollari. La Federnuoto non farà ricorso.
L’errore grave di arbitri e Var nella sfida del 7 agosto scorso è stato però certificato e ha portato di fatto il Settebello fuori dalla zona medaglie. I ricorsi avanzati dalla Federnuoto nelle 36 ore successive alla partita, seppur respinti, avevano infatti portato all’ammissione da parte degli organi preposti della World Aquatics della mancanza di violenza e intenzionalità nell’azione di Francesco Condemi, che dunque era regolare. Infatti il giocatore non è stato squalificato per le partite successive, ovvero le semifinali e finali per il quinto/settimo posto. Così il 3-3 segnato dall’attaccante del Settebello contro l’Ungheria era valido; Condemi non sarebbe dovuto essere espulso, l’Italia non avrebbe dovuto giocare 4 minuti in meno, i magiari non avrebbero dovuto beneficiare del rigore del 4-2″.
Il ct Campagna: “Smentisco aggressione fisica ad arbitri”
“Non è assolutamente vero, smentisco categoricamente che i miei giocatori abbiano aggredito fisicamente gli arbitri o cercato di rubare il cellulare a qualcuno: queste accuse sono inaccettabili”. Il commissario tecnico del Settebello, Alessandro Campagna, nega all’AGI le accuse rivolte ai suoi ragazzi dopo il match contro l’Ungheria: “C’è stata una contestazione verbale, quella sicuramente si. Quando stavamo andando verso lo shuttle abbiamo saputo che c’era un audio tra arbitri e Var con uno di loro che non vede il Var e poi forza la decisione presa – spiega Campagna –. A questo punto abbiamo chiesto spiegazioni agli arbitri. Nei confronti degli arbitri è stato detto ‘avete rovinato la partita, non capite niente di pallanuoto’, ma nessuna aggressione, nessuna violenza anche perché in quel caso la squalifica non sarebbe stata di sei mesi, bensì molto più pesante nei confronti dei singoli, me compreso, e sarebbe stata anche a vita”.
La posizione della Fin
“Speriamo – dicono dalla Fin – che la giuria abbia in futuro a disposizione strumenti tecnici di alto livello professionale, onde evitare la possibilità che si ripetano errori tanto clamorosi quanto lesivi per l’immagine della pallanuoto”.