Occorre una «cittadinanza costruttiva» dei cristiani, affinché «nel fare il bene, i credenti possono ritrovarsi in un cammino condiviso anche con le istituzioni laiche, civili e politiche, per lavorare insieme al servizio di ogni persona, a partire dagli ultimi». Lo ha detto il Papa ad Ajaccio sottolineando «la necessità che si sviluppi un concetto di laicità non statico e ingessato, ma evolutivo e dinamico, capace di adattarsi a situazioni diverse o impreviste, e di promuovere una costante collaborazione tra autorità civili ed ecclesiastiche per il bene dell’intera collettività, rimanendo ciascuno nei limiti delle proprie competenze e del proprio spazio. La privatizzazione della fede è uno sviluppo eretico, la fede non è un fatto privato», ha aggiunto il Papa. Il viaggio ad Ajaccio, in Corsica, Francia, serve per rilanciare la religiosità popolare e che terminerà nel tardo pomeriggio con l’incontro – in aeroporto – con il presidente francese Emmanuel Macron.

Papa: pace per la Terra Santa, russi e ucraini sono fratelli

Il Papa, dalla Corsica, rinnova il suo pressante appello per la pace nel mondo. «Da quest’Isola del Mediterraneo, eleviamo la supplica per la pace: pace per tutte le terre che si affacciano su questo mare, specialmente per la Terra Santa dove Maria ha dato alla luce Gesù», dice il Papa. «Pace per la Palestina, per Israele, per il Libano, per la Siria, per tutto il Medio Oriente! Pace nel martoriato Myanmar. E la Santa Madre di Dio ottenga la sospirata pace per il popolo ucraino e il popolo russo. Sono fratelli, cugini. Che si intendano! La guerra è sempre una sconfitta. Pace al mondo intero!», la supplica.

Papa: oggi in Europa sempre più indifferenti alla Parola di Dio

«Sono passati più di duemila anni dall’Incarnazione del Figlio di Dio e tante sono state le epoche e le culture che si sono succedute. In alcuni momenti della storia la fede cristiana ha informato la vita dei popoli e le sue stesse istituzioni politiche, mentre oggi, specialmente nei Paesi europei, la domanda su Dio sembra affievolirsi e ci si scopre sempre più indifferenti nei confronti della sua presenza e della sua Parola». Lo ha sottolineato il Papa nel suo primo discorso ad Ajaccio concludendo il convegno organizzato dalla diocesi sulla religiosità popolare.

Reciproca apertura tra cultura laica e cattolica

«Tuttavia, – ha messo in guardia Francesco – bisogna essere cauti nell’analisi di questo scenario, per non lasciarsi andare in considerazioni frettolose e giudizi ideologici che, talvolta ancora oggi, contrappongono cultura cristiana e cultura laica. Questo è uno sbaglio. Al contrario, – ha osservato – è importante riconoscere una reciproca apertura tra questi due orizzonti: i credenti si aprono con sempre maggiore serenità alla possibilità di vivere la propria fede senza imporla, come lievito nella pasta del mondo e degli ambienti in cui vivono; i non credenti o quanti si sono allontanati dalla pratica religiosa non sono estranei alla ricerca della verità, della giustizia e della solidarietà, e spesso, pur non appartenendo ad alcuna religione, portano nel cuore una sete più grande, una domanda di senso che li conduce a interrogare il mistero della vita e a cercare valori fondamentali per il bene comune»

Sacerdoti non siano pavoni, al centro c’è Dio

«Penso a un film. Tante volte i sacerdoti sono disposti a cogliere il Vangelo, ma non a esserne portavoce. Al centro c’è il Signore non io. A volte ci sono preti presuntuosi. C’è il pericolo della vanità, di fare il pavone. È un brutto vizio». Così Papa Francesco nel corso dell’Angelus rivolgendosi ai vescovi, ai sacerdoti, ai diaconi, ai consacrati, alle consacrate e ai seminaristi nella Cattedrale di Santa Maria Assunta ad Ajaccio.

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