Agli Stati Generali della Ripartenza a Bologna monta la polemica dopo il rifiuto dal parte dell’ateneo bolognese di negare un corso di laurea in Filosofia per un gruppo selezionato di giovani ufficiali dell’Accademia di Modena. “Per creare un pensiero laterale nell’esercito, per dare la possibilità di pensare in maniera differente e uscire dallo stereotipo, ho deciso di avviare un corso di laurea in filosofia per i miei giovani ufficiali. Ho chiesto all’Università di Bologna per inserire 10-15 dei miei ufficiali. Non hanno voluto avviare questo corso per timore di militarizzare la facoltà. Non posso giudicare le scelte che competono ad altre istituzioni, però rappresento che un’istituzione come l’Esercito non è stata ammessa all’università”. Lo ha detto il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Carmine Masiello.
Il post di Guido Crosetto (X)
30/11/2025
La reazione di Masiello ha trovato sponda nel governo. La ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, ha parlato di “decisione discutibile”, mentre il ministro della difesa, Guido Crosetto, ha accusato i docenti di negare un corso ai militari che li difendono.
Il generale ha anche definito l’episodio “sintomatico dei tempi in cui viviamo” e ha ribadito la necessità di una maggiore consapevolezza sul ruolo delle forze armate nella società e nel contesto internazionale. “La nostra opinione pubblica e soprattutto i giovani devono capire quale è il ruolo delle forze armate”, ha detto. Immediata la replica del rettore dell’Alma Mater, Giovanni Molari, che ha parlato di “scelta autonoma del dipartimento” presieduto dal professor Luca Guidetti che ha preferito non commentare.
Il rettore Giovanni Molari all’inaugurazione dell’anno accademico 2021/2022 (Ansa)
30/11/2025
Molari ha ricordato che le decisioni didattiche competono ai dipartimenti, aprendo comunque alla possibilità di attivare ulteriori percorsi di studio. “Siamo sempre aperti al dialogo con tutte le realtà che riconoscono l’eccellenza dell’ateneo” ha assicurato. Il tema era stato portato all’attenzione nelle settimane scorse dal collettivo universitario Cua, che aveva letto la richiesta dell’Esercito come “un’ulteriore prova della militarizzazione degli atenei”, collegandolo al contesto internazionale e alla produzione di armi.
Secondo la ministra dell’Università e della Ricerca, che ha sentito sia il rettore Molari sia il generale Masiello, si tratta “non soltanto di una scelta discutibile, ma di una rinuncia alla missione formativa” dell’Alma Mater, aggiungendo che “non esiste libertà senza sicurezza”.
I professori bolognesi, ha detto Crosetto, “possono stare tranquilli: quegli ufficiali che loro oggi rifiutano sdegnati domani e sempre, saranno pronti a difenderli ugualmente, ove e in caso fosse necessario. Spero solo che, ove e se (Dio non voglia), ciò accadesse, questi professori saranno, almeno moralmente, a fianco delle forze armate che hanno giurato di difendere, sulla costituzione, sempre e ovunque ogni cittadino italiano. Come fanno già tutti i giorni”.
