Nessuno nello staff di Guardiola si aspettava di vederlo così provato dopo il pareggio con il Feyenoord. In conferenza stampa si è presentato pieno di graffi: “Il suo braccio destro gli manda una foto e gli dice: ‘Cosa hai in testa?’”

Pep Guardiola è entrato nel tunnel nero della crisi con il suo Manchester City e l’immagine più emblematica di questi periodo difficile restano i graffi sulla testa visti in tv dopo il pareggio contro il Feyenoord. Mai l’allenatore si era presentato davanti alle telecamere così distrutto, una scena che ha colpito tantissimi dei suoi tifosi: lo spagnolo ha provato a spiegare la situazione ma c’è qualcuno che lo conosce bene che è andato dietro alle quinte della faccenda.

Si tratta del giornalista spagnolo Guillem Balague che da sempre segue le sorti del catalano. Ai microfoni del DailyMail ha provato a spiegare perché Guardiola è arrivato a farsi da solo dei graffi sulla testa, svelando anche perché la sera della partita si è presentato in panchina con uno sfregio sul naso.

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La verità sui graffi di Guardiola

“Non chiedermi perché, è un gesto di nervosismo” ha esordito il giornalista che ha provato a darsi una spiegazione su ciò che è successo durante la partita di Champions League contro il Feyenoord: “Di solito non succede nulla, ma quel giorno aveva un’unghia troppo affilata e quella ha causato un segno sul naso”. Ed è stato proprio quel graffio sul naso visto nel pre partita che ha suscitato tantissima curiosità.

Pep Guardiola svela il vero motivo dei graffi in testa e sul naso: “Non so se ce la faccio”

Era stato fatto il giorno prima, dopo una discussione: “Se vi ricordate, ha iniziato la partita con una copertura sul naso e questo perché il giorno prima c’era stata una discussione, ma una discussione di calcio, sul calcio posizionale e su dove avrebbe dovuto giocare Kyle Walker. E lui si è innervosito e si è di nuovo segnato il naso e gli hanno messo una copertura: era nel suo ufficio”. Poi a un certo punto dopo il pareggio ha cominciato a grattarsi forte la testa, facendo preoccupare perfino i suoi collaboratori: “Così alla fine della partita va e inizia a grattarsi la testa, nervoso, teso, e va alla conferenza stampa e il suo braccio destro gli manda una foto e gli dice: ‘Cosa hai in testa?’, perché nella foto si vedevano già tutti i segni”.

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