Lo scandalo del trojan israeliano Paragon – con cui sono stati spiati il direttore di Fanpage.it, l’attivista Luca Casarini e altri – “riguarda la Commissione europea perché in gioco c’è la violazione dei dati personali e la libertà di stampa”. Per questo, gli eurodeputati del Pd hanno presentato un’interrogazione a Bruxelles.

Un software chiamato Graphite, prodotto dall’azienda israeliana Paragon Solutions, è stato usato per spiare almeno novanta persone nel mondo, in particolare sette in Italia, tra cui il direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato e l’attivista Luca Casarini. Il governo Meloni ha negato qualsiasi responsabilità, ma oggi è emerso che Paragon avrebbe terminato il suo contratto con l’Italia a seguito di una violazione dei termini di servizio e del quadro etico previsto dall’accordo. Ora, il caso è arrivato al Parlamento europeo con un’interrogazione depositata dal Partito democratico.

L’annuncio è arrivato dalla vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, che ha condannato l’attacco che “ha permesso agli hacker di avere illegalmente accesso totale ai dispositivi delle vittime, raccogliendo dati sensibili e intercettando comunicazioni private sulla piattaforma crittografata”, e ha fatto sapere: “Ho presentato un’interrogazione alla Commissione europea affinché spieghi quali misure intende adottare e se intende avviare un’indagine per accertare i responsabili e la portata di questa violazione”.

Per di più, ha insistito Picierno, “è necessario che la Commissione chiarisca quali interventi attuerà per proteggere la libertà di stampa e i giornalisti da simili attacchi informatici”. Da una parte misure più ampie per tutelare i giornalisti, dall’altra indagini specifiche per chiarire cosa è successo, chi ne sia stato responsabile e se ci sia stato un coinvolgimento anche politico.

Dopo il caso Paragon anche il Pd chiede verifiche a Meloni: “Il governo ha acquistato lo spyware?”

Lo scandalo “riguarda la Commissione europea perché in gioco c’è la violazione dei dati personali e la libertà di stampa“, ha commentato oggi Sandro Ruotolo, eurodeputato dem. Ruotolo ha ricordato che “il governo italiano ha negato pubblicamente qualsiasi coinvolgimento dei servizi segreti italiani nell’operazione di spionaggio denunciata da Meta nei giorni scorsi”. Ma ha aggiunto che “in questa spystory ci sono alcune certezze e ancora tanti interrogativi”.

Anche perché quando il governo Meloni ha detto di non avere nulla a che fare con la vicenda, e che i servizi segreti non erano stati coinvolti per spiare giornalisti e attivisti, non ha risposto “alla domanda più importante e cioè se l’Italia abbia acquistato o meno servizi dalla Paragon Solutions”. Una risposta che poi è arrivata poche ore dopo, quando è emerso che Paragon aveva terminato il suo contratto con due soggetti italiani: un’agenzia di sicurezza e un’organizzazione di intelligence. “Se non è stato il governo italiano da quale Paese straniero sono stati spiati giornalisti e attivisti e per quale ragione?“, hanno chiesto gli eurodeputati.

Alla Commissione europea “chiediamo di tutelare i cittadini europei vittime di questa spystory”, hanno concluso i dem. E, in più, “chiediamo se intende avviare un’indagine per accertare i responsabili e la portata di questa violazione e adottare misure contro gli autori di tali attacchi”.

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