La decarbonizzazione dell’economia europea non può prescindere dall’impiego di combustibili alternativi, dai biocarburanti all’idrogeno. L’elettrificazione non può rispondere alle esigenze e dei trasporti pesanti e dell’industria Hard to Abate, come emerge dall’Hydrogen and Alternative Fuels Report 2025 del Politecnico di Milano.
Sullo sviluppo dell’idrogeno pesano i costi e l’assenza di una rete di trasporto e distribuzione. Insieme allo sviluppo delle Hydrogen Valley, l’Italia punta sul SoutH2 Corridor, parte del progetto European Hydrogen Backbone, che prevede la creazione di una rete per l’idrogeno che attraverserà l’Italia e si realizzerà con la riconversione di metanodotti esistenti e la costruzione di idrogenodotti. Eppure ad oggi – rileva il rapporto – il 70% dei progetti industriali annunciati è in fase di concept.
Un’alternativa complementare all’infrastruttura centralizzata, e potenzialmente pronta nei prossimi anni, può arrivare da Green Independence. La start up pugliese ha ideato un pannello che integra fotovoltaico e desalinizzazione delle acque marine e di scarto, e che in futuro potrà produrre idrogeno off grid e in loco. La start up ha già raccolto 2,5 milioni di euro da investitori e bandi pubblici e sta aprendo un nuovo round da 7 milioni mentre è in attesa dell’ammissibilità per 5,2 milioni a fondo perduto dal Pacchetto Integrato di Agevolazioni (Pia) della Regione Puglia. Fondi che serviranno per realizzare la prima linea di assemblaggio del pannello Soleidon. L’obiettivo – spiega Alessandro Monticelli, fondatore, ceo e cto di Green Independence – «è entrare sul mercato entro la fine del 2026 con un prodotto già industrializzato. Il pilota dimostrativo verrà collaudato dopo l’estate: l’obiettivo è arrivare a una capacità produttiva annuale di tre ettari di pannelli Soleidon entro il 2026 e di 30 entro il 2030». Oggi l’alternativa per desalinizzare è l’osmosi inversa, un processo che consuma circa 5 kWh per ogni metro cubo d’acqua. «La nostra tecnologia utilizza il calore dissipato dal pannello solare: quindi desalinizziamo 1 metro cubo d’acqua mentre il pannello produce 100 kWh di energia elettrica: il bilancio energetico è -5 contro +100».
Ma il vero salto è l’integrazione di un microelettrolizzatore che permette di utilizzare il 3% dell’acqua desalinizzata e tutta l’energia prodotta dal pannello per generare idrogeno verde sul posto. Un approccio che – spiega Monticelli – «decentralizza la produzione, abbatte i costi fino a un decimo rispetto al mercato attuale e accorcia la filiera, evitando trasporti e compressioni ad altissima pressione». Il sistema sarà modulare e, in futuro, integrabile con parchi fotovoltaici esistenti. Il prototipo, che si aggiunge al pannello Soleidon, è previsto per fine 2026 e la prima installazione pilota nel 2027. L’idrogeno è il vettore energetico del futuro, soprattutto per i trasporti pesanti, ma anche per imprese e comunità energetiche. Con l’idrogeno ci svincoliamo da dipendenze geopolitiche e terre rare, garantendo accumulo e autonomia», conclude Monticelli.