«C’è uno sport particolare in Irlanda, il Gaa, una sorta di calcio celtico, che sta prendendo sempre più piede in Italia. Anzi, posso dirle che ormai ci sono più italiani che giocano il Gaa di quanti non siano gli irlandesi. Ecco, mi auguro che accada presto la stessa cosa anche per l’Irish Business Network Italy (Ibni)». Patricia O’Brien è da tre anni e mezzo l’ambasciatrice irlandese in Italia, nonché presidente onoraria e, di fatto, l’ideatrice, dell’Ibni, organizzazione senza scopo di lucro, nata nel dicembre dello scorso anno, rivolta alla comunità imprenditoriale dei due Paesi per promuoverne e rafforzarne la collaborazione in ambito economico, la cooperazione, lo sviluppo e le sinergie, supportata dal governo irlandese attraverso la sua ambasciata a Roma, da quello italiano e da Enterprise Ireland, l’agenzia irlandese per lo sviluppo economico e commerciale, che ha sede a Milano.

Il bilancio di un anno di attività

A oggi, spiega O’Brien, sono circa 40 le realtà che hanno aderito all’Ibni, per circa tre quarti irlandesi e per un quarto italiane. Un risultato superiore alle aspettative, e sono molti i settori produttivi rappresentati, dal manifatturiero ai servizi, in particolare gli ambiti insurtech, immobiliare, legale, IT, farmaceutica e scienze della vita, architettura e design, turismo e coaching. «Siamo molto soddisfatti di questi risultati e dell’entusiasmo che vediamo tra le imprese sia italiane sia irlandesi. Ma vogliamo crescere ancora: vogliamo più membri e più settori economici», dice l’ambasciatrice.

Le relazioni economiche tra Irlanda e Italia

Che ricorda le profonde relazioni e le affinità culturali ed economiche tra i due Paesi. Secondo i dati forniti dall’Ambasciata (aggiornati al 2022), gli scambi commerciali hanno un valore di oltre 21 miliardi di euro annui, con 15 miliardi di export dall’Irlanda, in particolare nei servizi informatici (32%), nelle assicurazioni (16%) e nei prodotti medicinali e farmaceutici (16%). I restanti 6,5 miliardi di euro sono il valore delle merci e dei servizi esportati dall’Italia all’Irlanda, soprattutto servizi per il business (22%), assicurazioni (17%) e turismo (9%).

Nel settore agroalimentare, Dublino vende nel nostro Paese prodotti per 460 milioni di euro l’anno (in particolare carne e pesce), mentre Roma esporta soprattutto vini, oli, pasta e formaggi(per circa 250 milioni di euro).

E ancora: in Italia operano oltre 300 società irlandesi, mentre sono migliaia gli italiani che, ogni anno, visitano l’Irlanda come turisti, con un 13% in più di visitatori nei primi nove mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo 2023.

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