I Negramaro hanno esordito al Maradona di Napoli il loro tour negli stadi, con un omaggio a Pino Daniele e la commozione di Giuliano Sangiorgi.

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Pino Daniele e Lucio Dalla sono stati i due padri spirituali che hanno accompagnato Giuliano Sangiorgi e i Negramaro durante tutto il loro primo concerto del tour negli stadi. E dove potevano cominciare se non alo stadio Diego Armando Maradona di Napoli, patria del Mascalzone Latino tanto amato dal cantante pugliese che solo pochi giorni fa gli aveva reso omaggio sul palco di Gigi D’Alessio in Piazza del Plebiscito. I Negramaro sono arrivati nella città partenopea forti del loro amore incondizionato – e ricambiato – per questa città e con la voglia di tornare live con un concerto pieno dei loro successi e una scaletta lunga oltre due ore e mezzo, con tanta energia ma anche qualche momento di commozione.

Che ci fosse voglia di live è stato evidente fin da subito, fin dagli enormi palloni a forma di Luna lanciate sul pubblico – un po’ stile Flaming Lips – e da un inizio scoppiettante con Luna Piena, Sei tu la mia città, Il posto dei santi, Ricominciamo tutto e Contatto e alcuni accenni a Lucio Dalla con Canzone e Com’è profondo il mare a fare da accompagnamento con uno degli artisti più legati alla città di Napoli. È subito evidente quanto i 30 mila che riempivano il Maradona fossero coinvolti, lo spettacolo era tiratissimo, Sangiorgi, in gran forma, alternava le maratone lungo il palco e il raccoglimento, ma quello che era evidente era la voglia di guardare il pubblico negli occhi e toccarlo.

Molto bella la scenografia, con questo volto neutro che assumeva varie espressioni, da quelle dei musicisti sul palco a espressioni di gatto, pagliaccio etc. Dopo la prima parte è stata la volta di Fino all’imbrunire, La prima volta, Per uno come me, Ti è mai successo e Nuvole e lenzuola, che ha portato un boato a Fuorigrotta. A quel punto è arrivato un lungo omaggio a Pino Daniele, con il figlio del cantautore napoletano che ha prima omaggiato Sangiorgi col Premio Musicante e poi gli ha donato una delle chitarre caratteristiche di Pino Daniele. Un momento di commozione per il cantante, che ha faticato a trattenere l’emozione e le lacrime, mettendosi più volte le mani e le braccia davanti al volto e dando le spalle al pubblico.

La scaletta dei Negramaro allo Stadio Maradona di Napoli: l’ordine delle canzoni

Il pubblico ha più volte intonato “Olè, olè olè, Pino, Pino”: “Io non ci credo, ragazzi. Io la riconosco, non so voi – ha detto Sangiorgi guardando la chitarra nera -. Grazie alla Fondazione Pino Daniele, sta succedendo, mo svengo. Per me questa chitarra rappresenta molto” ha ripetuto imbracciandola. Con quella chitarra Giuliano Sangiorgi si è esibito in una versione molto personale di Napul è, duettando con la cantante Alessandra Tumolillo e con Andro al pianoforte, accompagnati dal pubblico dello stadio. E dopo quest’omaggio, un piccolo bis con la bellissima “Mal di te”.

A quel punto il concerto è stata una discesa ulteriore nel profondo della discografia della band salentina, ma anche dei duetti con due ospiti speciali, visto che Sangiorgi ha prima chiamato con sé sul palco un enorme Niccolò Fabi – accompagnato da Roberto Angelini alla steel guitar -con cui ha duettato in Solo tre minuti, prima di presentare l’inedito “Congiunzione astrale” che sarà presente nel loro prossimo album registrato a Berlino. E di questo lavoro farà parte anche “Lente”, il secondo inedito che la band ha suonato assieme ad Aiello, che aveva accompagnato Sangiorgi anche in Attenta. Dopo L’immenso e Via le mani dagli occhi, poi, è stata la volta dei bis: “Meraviglioso”, “Mentre tutto scorre” e “Parlami d’amore” a chiudree questo primo capitolo negli stadi.

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