Disposti gli arresti domiciliari per il 63enne, dirigente del Comune, che ieri è scappato dopo aver investito una bambina di tre anni a Milano. Ha detto al giudice: “Ero sotto stress psicologico. Sono ripassato sul posto dopo circa due ore, mentre gli agenti facevano i rilievi, e lì mi è venuto il sospetto che fosse accaduto qualcosa di più”.
Va agli arresti domiciliari il dirigente comunale che ieri, martedì 17 dicembre, avrebbe investito una bambina di tre anni in un passeggino sulle strisce pedonali a Milano per poi darsi alla fuga. Durante l’udienza per direttissima ha detto al giudice: “Ero sotto stress psicologico per una crisi familiare, sovrappensiero, non mi sono accorto che avevo preso un passeggino, ho sentito solo un botto e ho avuto paura, faccio mea culpa“. Il processo inizierà il 15 gennaio.
L’incidente è avvenuto ieri mattina attorno alle 9:00 in piazza Durante, a Milano. Una bambina di tre anni sarebbe stata investita mentre si trovava nel suo passeggino, spinto dalla madre sulle strisce pedonali per attraversare la strada. L’automobilista si è dato alla fuga, per poi essere rintracciato e identificato qualche ora dopo dalla Polizia locale, grazie alle riprese di una telecamera montata su un furgone. Si tratta di un un 63enne che lavora a Palazzo Marino come dirigente nell’ufficio appalti e che da giorni risulta sospeso dal suo incarico per una sanzione disciplinare.
Nei video registrati dalla dash cam e acquisti dalla Polizia, si vedrebbe l’uomo che per scappare avrebbe percorso una via in contromano e sarebbe passato con il rosso. “E’ stata una reazione istintiva – ha raccontato il 63enne – mi sono spaventato e sono andato nel mio vecchio ufficio di lavoro. Sono ripassato sul posto dopo circa due ore, mentre gli agenti facevano i rilievi, e lì mi è venuto il sospetto che fosse accaduto qualcosa di più“.
Chi è l’uomo che ha investito una bimba di 3 anni ed è scappato: è un dirigente del Comune di Milano
Il giudice Franco Cantù Rajnoldi ha evidenziato, nel provvedimento di custodia cautelare, la “grave e pericolosa insensibilità” dell’imputato, perché le “conseguenze potevano essere gravissime“. La difesa ha fatto presente che l’automobilista non si era “accorto della gravità del fatto, è stato un evento eccezionale” e che ora vuole risarcire i danni e seguire un percorso ai servizi sociali. Nel frattempo la bambina, che ha riportato un trauma facciale e un taglio sul volto, è stata ricoverata all’ospedale Niguarda di Milano con prognosi di tre giorni.