La Finlandia aumenterà le spese per la difesa al 3% del Pil e si prepara a uscire dalla Convenzione di Ottawa del 1997 contro le mine anti-uomo.

È l’ennesima reazione a catena innescata sul fianco nordorientale della Nato dall’invasione dell’Ucraina e dalla crescente minaccia russa, una misura decisa dal presidente della Repubblica e dal Comitato ministeriale per la sicurezza e la politica estera. Sebbene la Finlandia non sia di fronte a una minaccia immediata, ha sottolineato il primo ministro, Petteri Orpo, «ritirandoci dalla Convenzione potremo prepararci ai cambiamenti del contesto di sicurezza in modo più versatile». Il che significa, senza giri di parole, che Helsinki (che detiene il confine più lungo della Nato con la Russia, 1300 chilometri, ed è entrata nell’Alleanza nel 2023) potrà ricominciare a fare scorte di mine per averle a portata di mano in caso di necessità.

Una decisione analoga era stata annunciata un paio di settimane fa da Polonia e Paesi baltici, con i ministri della Difesa che avevano raccomandato il ritiro dalla Convenzione di Ottawa citando un aumento «significativo» delle minacce militari contro i membri della Nato confinanti con la Russia e la Bielorussia. Resiste invece, almeno per il momento, la Norvegia, che non ha intenzione di ritirarsi dal trattato e anzi, in un’intervista rilasciata la settimana scorsa a Bloomberg dal suo ministro della Difesa, ha espresso «rammarico» per la decisione dei vicini.

«La Finlandia userà le mine in modo responsabile, ma è un deterrente di cui abbiamo bisogno», ha sottolineato il ministro dell’Agricoltura e delle foreste, Sari Essayah. Il Paese aveva firmato la Convenzione nel 2012, ultimo Stato Ue a farlo, e aveva da allora distrutto un milione di mine anti-uomo. La decisione di uscire richiederà ora il via libera del Parlamento, che non appare però in dubbio.

Sul fronte della difesa, sempre il premier Orpo ha annunciato che la Finlandia destinerà alle spese militari tre miliardi di euro in più, alzandone il livello dall’attuale 2,41% al 3% del Pil entro il 2029. «È parte del contributo finlandese alla maggiore assunzione di responsabilità dell’Europa in materia di difesa», ha commentato su X il presidente, Alexander Stubb. Un’iniziativa analoga – aumento della spesa militare al 3,5% del Pil in dieci anni – è stata annunciata dalla Svezia una settimana fa.

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