L’efficacia decrescente dei protocolli terapeutici standard – sia di prima linea (amoxicillina, claritromicina, inibitore di pompa) che di seconda linea (regimi sequenziali con tetracicline, metronidazolo ecc.) – rappresenta una minaccia crescente per l’eradicazione batterica, prolungando l’esposizione al rischio oncologico.

Più screening e coinvolgere la medicina generale

È urgente prevedere efficaci strategie di policy: implementare protocolli di screening differenziati per popolazioni ad alto rischio: soggetti con familiarità per carcinoma gastrico, fumatori e consumatori abituali di alcol. Questi programmi devono essere integrati nei Livelli Essenziali di Assistenza, garantendo equità d’accesso su tutto il territorio nazionale.

Il coinvolgimento strutturato della medicina generale attraverso programmi di formazione continua specifici è fondamentale. Parallelamente, è necessario valorizzare il ruolo del farmacista territoriale come sentinella nella prevenzione dell’automedicazione inappropriata.

L’H. pylori deve entrare nell’agenda delle priorità di sanità pubblica attraverso campagne informative coordinate tra Ministero della Salute, Regioni e società scientifiche, con particolare attenzione alla comunicazione verso le categorie professionali sanitarie e i cittadini.

Un batterio ancora troppo sottovalutato

La sottovalutazione dell’Helicobacter pylori non è più sostenibile dal punto di vista scientifico, etico ed economico. Il SSN ha il dovere di trasformare questa evidenza epidemiologica in strategie concrete di prevenzione primaria, investendo in screening mirati, formazione professionale e governance farmaceutica.

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