Investe e riorganizza, riducendo il personale, la multinazionale farmaceutica Gsk, che a Siena possiede – in località Rosia – il centro di eccellenza globale dei vaccini, nel quale si producono 60 milioni di dosi all’anno distribuite in 57 Paesi. Oggi, 27 novembre, il gruppo britannico ha annunciato la strategia del prossimo biennio per accrescere la competitività dello stabilimento senese «in un contesto di volatilità e incertezza che contraddistingue in questo momento l’industria farmaceutica e il mercato dei vaccini in particolare», afferma una nota.
Gsk investirà entro il 2026 circa 260 milioni di euro a Rosia, dove oggi lavorano 1.700 persone, in impianti produttivi, miglioramento tecnologico (tra cui una nuova linea di infialamento per accrescere la capacità e attrarre nuovi prodotti) e in sostenibilità ambientale (un nuovo parco fotovoltaico). Allo stesso tempo, avvierà un piano di uscite incentivate che interesserà 270 persone, di cui 257 addette alla produzione e 13 impiegate nella funzione regolatorio globale (queste ultime lavorano negli uffici di Siena).
«Si rende necessaria un’evoluzione organizzativa – spiega l’azienda – che allinei gli standard del sito ai benchmark competitivi in termini di processi, governance e ruoli, per creare una struttura solida, agile e competitiva, pronta alle sfide future». Nessuna intenzione di ridurre il ruolo di Rosia, ripete Gsk confermando la strategicità dello stabilimento all’interno del network aziendale e la volontà di svilupparlo.
I sindacati però sono in allarme: l’annuncio delle uscite volontarie è stato definito «un fulmine a ciel sereno» dalla segretaria della Cgil di Siena, Alice D’Ercole, al termine dell’incontro in cui l’azienda ha comunicato la volontà di investire e di cancellare 270 posti di lavoro. «Le uscite riguardano tutti i settori della produzione e l’azienda vuole farle su base volontaria – ha detto la sindacalista – ma cosa succederà se non saranno raggiunti i numeri? Si procederà con i licenziamenti?». La notizia delle uscite Gsk peraltro arriva in un momento difficile per Siena, alle prese con i 300 esuberi dello stabilimento di congelatori Beko, annunciati dalla proprietà turca per fine 2025, che due giorni fa hanno portato in piazza lavoratori e istituzioni affiancate dall’arcivescovo.