Il barometro delle vacanze estive 2024 segna stabile. Le presenze di italiani nelle destinazioni balneari sono previste in calo del 4,4% ma questo gap che sarà colmato dalla clientela straniera. Inoltre agosto non viene più considerato come il migliore mese per il break a causa dei prezzi e degli aumenti: considerando tutte le voci come vitto, alloggio, spiaggia e i vari extra il rincaro è del 7,9%. Così tra un raffreddamento delle presenze e rincari il fatturato dell’industria dell’ospitalità dovrebbe essere stabile, in linea con quello del 2023. La necessità di risparmiare impatta sui periodi scelti per le vacanze: non più i canonici luglio e agosto ma quest’anno è in aumento la quota di coloro che optano per i più convenienti periodi di spalla: giugno e settembre. È quanto emerge dall’«Osservatorio italiano Jfc delle destinazioni balneari» che analizza l’evoluzione dei consumi degli italiani in estate mentre agosto rischia di perdere lo scettro di mese clou per le vacanze a causa dei prezzi troppo alti.

Si arriva così a un fatturato complessivo di 33,2 miliardi contro i 33 miliardi del 2023 ma superiore (+4,2%) al valore registrato nel 2019 quando l’industria estiva dell’ospitalità ha sfiorato i 32 miliardi di ricavi. Nel dettaglio le famiglie italiane spenderanno 23,7 miliardi (-4,2% sul 2023) mentre gli stranieri altri 9,5 miliardi, con un trend di crescita a doppia cifra (+14%).

I trend

Secondo l’indagine Jfc quasi 4 italiani su 10 quest’anno sono alla ricerca di una vacanza “su misura” con tour, esperienze da vivere in coppia o in famiglia in nome della partecipazione e aggregazione, con ritrovi e feste tra amici e familiari. Quasi sempre la destinazione di villeggiatura viene raggiunta in auto, mezzo scelto da quasi il 72% degli italiani e dal 64,7% degli europei che prediligono la libertà di movimento. Un altro 9,5% di italiani utilizzerà il treno, l’8,8% l’aereo ma su rotte di breve-medio raggio verso l’Italia e l’Europa. È dato in aumento il numero dei vacanzieri italiani che sceglieranno coste, spiagge estere e a farla da padrone saranno le mete di Grecia, Spagna e Albania. Scelte perché i prezzi in media sono inferiori rispetto all’Italia ma per la Gen Z anche una occasione per scegliere e scoprire le cosidette “destinazioni surrogate”, idea di vacanza che spopola sui social. Non più la località più nota, celebrata e costosa ma quelle vicine, meno conosciute e più convenienti. Riprende quota l’interesse verso i pacchetti turistici che hanno il vantaggio di offrire un certo risparmio grazie agli sconti offerti con le prenotazioni anticipate. Un fenomeno che accomuna soprattutto i turisti tedeschi, svizzeri, francesci e italiani.

Per quanto riguarda la durata quest’anno secondo l’Osservatorio sarà di 10,1 giorni contro i 10,4 della scorsa estate ma per chi opterà per le vacanze nelle due settimane centrali di agosto, in altissima stagione, la media si riduce a 2,1 notti. In base alle diverse fasce di età i giovani tra i 18 e i 29 anni resteranno in vacanza per 9,3 giorni, quelli tra i 25 e i 34 anni la media passa a 8,8 giorni mentre tra la popolazione più adulta dai 35 ai 54 anni la media è di 10,7 giorni. In altre parole per un terzo degli italiani la vacanza estiva sarà di una settimana mentre il 21,4% riuscirà a concedersi 2 settimane.

Ecco i rincari

Preoccupa la percezione degli aumenti dei prezzi perché secondo l’indagine il 40,5% degli italiana prevede di spendere di più rispetto lo scorso anno. Per questo si cercherà di mantenere lo stesso livello di spesa del 2023 o spendere meno. Aumenti medi intorno all’8% di cui un +7,4% in capo alla voce alloggio ma nell’extra alberghiero si arriva al +14% anche per effetto dei prezzi dinamici. Lettini e ombrellone vedono un +5%, pizzerie e ristoranti +6,2% e un altro 9,3% è in capo alle varie voci legate al divertimento come escursioni e parchi di divertimento. Per il viaggio si ipotizza un +12% ma tutto dipenderà dal prezzo al litro di benzina e gasolio nelle prossime settimane. Scorrendo i dati degli ultimi due anni emerge la corsa dei prezzi con rincari a doppia cifra, al 20% mentre nella ristorazione si arriva a quasi un +25%. Il Codacons ricorda che in vista delle partenze estive e i pacchetti vacanza rincarano a giugno addirittura del 20,5% su base annua, mentre sul fronte degli alloggi gli alberghi hanno aumentato le tariffe del 5,2%, i villaggi vacanza del 5,7%, i servizi di alloggio in altre strutture del 7,2%. Tutti segnali estremamente negativi che rischiano di rovinare le vacanze estive agli italiani, portando un numero crescente di famiglie a rinunciare del tutto alle partenze o a tagliare i giorni di villeggiatura per far fronte ai rincari.

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