Era dai tempi del covid che le associazioni che rappresentano il sistema dell’ospitalità alberghiera non si schieravano così compatte e unite. Questa volta l’occasione arriva dall’ipotesi che gli incassi della tassa di soggiorno, che nel 2025 varrà un gettito di circa 1,2 miliardi di euro, venga destinata per il finanziamento delle spese correnti dei comuni. In altre parole verrà a cadere l’originaria regola di «tassa di scopo» a disposizione dei comuni per migliorare e valorizzare il contesto e i beni turistici per diventare una mera tassa, un balzello spremi turisti.

Così Confindustria Alberghi, Assohotel e Federalberghi in una nota congiunta esprimono tutta la loro preoccupazione per la discussione su una diversa destinazione del gettito della tassa di soggiorno. Non è un mistero che purtroppo tante amministrazioni locali non rendicontino in modo chiaro e dettagliato l’uso effettivo di questo generoso gettito “richiesto” ai turisti. «Da anni le imprese attendono che vengano resi effettivi i principi sanciti dalla legge istitutiva dell’imposta di soggiorno, una tassa di scopo destinata a finanziare interventi in materia di turismo a sostegno di un settore che contribuisce alla economia ed alla occupazione del territorio» ricordano le tre associazioni alberghiere.

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