La partita del Litio è aperta. E per lo stabilimento che la Glencore gestisce a Portovesme, attraverso la controllata Portovesme srl, c’è una schiarita. Anche perché all’orizzonte c’è l’estrazione di altre materie critiche: dal Rame al Manganese per arrivare al Cobalto.

Un piano da 400 milioni

Il piano da circa 400 milioni di euro per l’estrazione del Litio dalla black mass delle batterie esauste è stato inserito dalla Commissione Europea nella lista finale dei progetti strategici per le materie prime critiche. Si tratta di 47 iniziative che contribuiranno al rafforzamento dell’autosufficienza dell’Unione in termini di approvvigionamenti di materie prime, riducendo le dipendenze da fonti esterne e rendendo le catene del valore sempre più resilienti e sostenibili.

Azienda pronta alla collaborazione

La decisione della Commissione europea apre la strada all’avvio del progetto che dovrebbe implementare le produzioni dello stabilimento metallurgico non ferroso e, allo stesso tempo, creare le condizioni per la costruzione di una nuova filiera. A guardare positivamente è il Gruppo industriale Glencore che controlla lo stabilimento di Portovesme: «Siamo lieti di collaborare con le istituzioni nazionali, regionali e locali, così come con la Commissione europea – fa sapere – , per portare avanti le prossime fasi e sostenere gli obiettivi comuni nello sviluppo di progetti strategici in tutta l’Unione europea».

Le previsioni tra Litio, Nickel, Cobalto e Rame

La previsione aziendale, annunciata nel 2023, è quella di un impianto da 50.000 a 70.000 tonnellate di capacità di lavorazione della massa nera e produzione fino a 10 mila tonnellate di carbonato di litio, 14 mila di nickel e 2000 di cobalto, 1000 di rame e 700 di manganese all’anno. « L’hub di Portovesme – era stato rimarcato nel 2023 -è stato progettato per essere in grado di elaborare tutte le forme di massa nera a base di ioni di litio, compresi i materiali al litio ferro fosfato».

Una forza lavoro da 350 unità

Il progetto prevede l’inserimento lavorativo di una forza lavoro tra «250 e 350 unità, ma la società sta ancora validando potenziali processi paralleli». La fase di progetto si sviluppa a fasi successive con punti di controllo e avanzamento.

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