Dalla premier Meloni un nuovo attacco ai magistrati, dopo la decisione del tribunale di Bologna di rivolgersi alla Corte di Giustizia Ue, sul decreto Paesi sicuri: “Le argomentazioni dei giudici sembrano più un volantino propagandistico”. Quindi contesta Cgil e Uil, che hanno annunciato lo sciopero generale per il 29 novembre sulla manovra: “Sciopero annunciato prima della convocazione del governo sulla legge di bilancio”.

La premier Giorgia Meloni commenta da Bruno Vespa il risultato delle elezioni regionali in Liguria, che hanno portato all’elezione di Marco Bucci: “Da quando c’è questo governo abbiamo votato in 11 tra Regioni e province autonome. È finita 11-1, poi si è votato alle europee. Direi che un’idea su quale sia la maggioranza nazionale ce la siamo fatta”, ha detto nel corso della registrazione della Trasmissione ‘Cinque minuti’ in onda questa sera su Rai 1.

Meloni ancora contro i giudici

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel corso dell’intervista a Bruno Vespa, attacca ancora i giudici, e in questo caso il tribunale di Bologna, che si è rivolta alla Corte di Giustizia europea, chiedendo di esprimersi sul nuovo decreto sui Paesi sicuri, per accertarsi che non sia in contrasto con le norme Ue: “Le argomentazioni con cui il tribunale di Bologna chiede alla Corte europea di disapplicare il decreto sui Paesi sicuri sembrano più un volantino propagandistico. Pochi giorni fa il Consiglio d’Europa ha attaccato la polizia italiana, e seguendo questi ragionamenti potrei allora dire che gli immigrati non possono venire in Italia perché l’Italia non è un Paese sicuro. Se noi diciamo che l’Egitto non è un Paese sicuro, parliamo di 140 milioni di persone a cui diciamo che possono venire qui, e chi lo regge l’impatto? Allora penso che qui si stia dicendo che l’Italia non può fermare l’immigrazione illegale e deve accogliere tutti. Si vuole impedire che ci si metta un freno. Addirittura le opposizioni in Europa hanno chiesto una procedura di infrazione che non è contro l’Italia, è contro gli italiani”.

I centri in Albania “funzioneranno” e sono “la chiave di volta nella gestione dei flussi non solamente italiani” e per questo l’intesa “riscuote tanta attenzione da parte dell’Ue, l’Europa guarda con interesse all’intesa. Se tu migrante irregolare che paghi gli scafisti perché arrivi in Italia ma vuoi andare in Germania ti ritrovi fuori dai confini europei, questo è il più grande deterrente. È fondamentale per smontare questo business, farò di tutto per farlo funzionare: ho tanti nemici ma anche tanti amici” e dunque “li faremo funzionare”, “rispettando il diritto internazionale ma creando problemi seri ai trafficanti” che “mi hanno minacciato di morte”, ha detto ancora nella registrazione della puntata di “Porta a porta” in onda stasera.

Arriva uno sciopero generale il 29 novembre contro la Manovra, Cgil e Uil: “Convocati a cose fatte”

Sulla materia, per Meloni, “c’è aggressività perché la strategia del governo sta funzionando, gli sbarchi sono diminuiti del 60% e i rimpatri aumentati del 30%. Si vuole impedire che ci si metta un freno, ma ho preso degli impegni con gli italiani e farò tutto quello che posso per seguire le indicazioni che ho avuto” dagli elettori.

Meloni contesta i sindacati sullo sciopero

“Direi che c’è un piccolissimo pregiudizio da parte di Cgil e Uil…”, ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella puntata di ‘Cinque minuti’, sottolineando che lo sciopero generale, annunciato oggi per il prossimo 29 novembre, “è stato convocato qualche giorno prima della convocazione del governo sulla legge di bilancio”.

“I sindacati confederali volevano la riduzione del precariato, ed è diminuito. Volevano l’aumento dei salari, abbiamo tagliato il cuneo e messo più soldi sui redditi più bassi – ha aggiunto -. Volevano l’aumento dell’occupazione ed è aumentata. Volevano l’aumento dell’occupazione femminile, ed è aumentata”.

Dossieraggi e accessi illegali a banche dati: “Uno schifo”

Parlando di dossieraggi, come quelli finiti sotto la lente della Procura di Milano, la premier ha detto che “bisogna mettere fine a questo schifo”.

Penso esista un mercato delle informazioni. Come accadeva che si entrasse nelle case per rubare gioielli che poi venivano venduti dal ricettatore, oggi accade con le informazioni, si rubano le informazioni sensibili e si mettono sul mercato. Penso si debba mettere fine a questo schifo”, ha detto ancora a Vespa.

“C’è il caso – ha proseguito – del finanziere della Direzione antimafia che faceva decine di migliaia di accessi su politici di centrodestra, quello del dipendente della banca, adesso un altro caso a Milano e pare ci sia un altro caso a Roma. Noi prima che tutti questi casi scoppiassero avevamo già varato un decreto sulla cybersicurezza, adesso si lavora a un tavolo tecnico per una nuova iniziativa sui dossieraggi”.

Secondo la premier “la cosa più importante riguarda l’infedeltà dei funzionari. Si parla tanto di hackeraggio ma non è la cosa più importante: ci sono funzionari dello Stato che usano il loro potere e fanno altro con quelle banche dati. C’è un dovere anche della vigilanza, è inaccettabile che ci sia chi viola le banche dati ma anche che deve vigilare non se ne accorga”.

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