Male gli Stati Uniti, in calo la Cina, in forte riduzione, più che in passato, la Russia. I dati di marzo per l’export extra-Ue non sono positivi e su base annua fanno segnare una riduzione del 5,7%. Calo registrato anche rispetto al mese precedente, anche se in questo caso – comunica Istat – a pesare nel confronto sono le vendite una-tantum di navi realizzate nel mese di febbraio. In generale ad ogni modo il rallentamento è corale, con una riduzione di quasi 7 punti per gli Usa, maggiore mercato di sbocco extra-Ue per le nostre merci. Male anche la Russia, che pur partendo da una base già ampiamente ridotta cede 40 punti. Tra le poche aree in controtendenza la Turchia, che invece guadagna quasi 34 punti.

La discesa delle importazioni (-12,8%) spinge verso l’alto il saldo commerciale con i paesi extra Ue27, positivo e pari a 5,6 miliardi (da 4,1 nello stesso mese del 2023). Il deficit energetico (-4.012 milioni) è inferiore rispetto a un anno prima (-6.282 milioni). L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici, seppur ampio, si riduce da 10.444 milioni di marzo 2023 a 9.615 milioni di marzo 2024.

IL CASO CINA

Anche a marzo gli acquisti dalla Cina cedono ampiamente terreno, questa volta si tratta di un -26%. Dati in gran parte legati ad un fenomeno una-tantum: la spedizione di dosi di farmaco anti-Covid dallo stabilimento Pfizer di Ascoli Piceno, compresse prodotte in milioni di dosi a cavallo tra 2022 e 2023 e dal valore unitario di centinaia di euro, in grado di smuovere le statistiche nazionali. Nel complesso, in un anno e mezzo di attività per questo prodotto, Ascoli ha sovraperformato le proprie medie di export di oltre 12 miliardi di euro, con il risultato di proiettare la provincia temporaneamente al primo posto tra le aree nazionali di esportazione per la farmaceutica. Spedizioni che ancora a marzo del 2023 avevano proiettato l’export mensile di Ascoli a quasi 800 milioni di euro, il triplo rispetto alla media storica. Così, come nel 2023 le vendite nazionali verso la Cina del nostro paese erano più che raddoppiate per l’effetto-Paxlovid, ora si verifica il fenomeno opposto. Fenomeno già ampiamente visibile nel primo bimestre, che ha presentato un anomalo -57% di export verso Pechino, deterninato da un quasi azzeramento (-96%) rispetto ai picchi delle vendite di preparati farmaceutici.

AZZERATO L’IMPORT DALLA RUSSIA

Nei confronti di Mosca si conferma il trend avviato nel 2023, con il crollo delle importazioni legato alla scelta italiana ed europea di acquistare gas da altri paesi fornitori. Anche se ormai il valore di base è già limitato, anche a marzo l’importdalla Russia cede il 56%. A differenza dei mesi scorsi si registra però anche una caduta ampia delle esportazioni, giù del 38,6%. Dopo mesi di avanzo commerciale a marzo si rivede un piccolo passivo, appena 36 milioni di euro. Confermando comunque nella sostanza il trend recente, dopo aver visto per la prima volta nel 2023 un saldo annuale positivo. Nel primo bimestre l’avanzo italiano era stato di oltre 330 milioni di euro, con il dato di marzo si resta comunque nel primo trimestre un attivo di 295 milioni.

IL BILANCIO DEL TRIMESTRE

Il crollo della Cina, legato al fenomeno straordinario sopra citato, influenza la media dell’intera area extra-Ue, ma rispetto ai mesi precedenti a marzo si registra in realtà una riduzione corale. Finisce così in rosso il bilancio del primo trimestre, con vendite in calo dell’1,3%. In valore assoluti si tratta di quasi un miliardo in meno.

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