Il 14 marzo 2025 ricorre la Giornata Mondiale del Sonno (World Sleep Day). Dedicata alla cultura e consapevolezza dell’importanza del sonno, la ricorrenza si celebra nel venerdì che precede l’equinozio di primavera. La giornata è promossa dalla World Sleep Society e, in Italia, dall’Accademia Italiana di Medicina del Sonno -AIMS

Che cosa è il “power nap”

Il termine “power nap” è stato coniato dallo psicologo ed ex professore James Maas. In molte culture, il pisolino pomeridiano è un rituale di ogni giorno. I sudamericani sono noti per la siesta, i lavoratori giapponesi per concedersi un breve momento di sonno all’ora di pranzo noto come “hirune” mentre le grandi aziende tecnologiche mondiali dispongono tutti di Nap Pod nei loro uffici, per consentire ai lavoratori di riposarsi sul luogo di lavoro.

Fare il pisolino, soprattutto dopo mangiato, è un istinto primordiale: infatti tra le 13 e le 14 la temperatura corporea si abbassa leggermente, diminuendo la nostra vigilanza per invitarci al sonno. Però il power nap (che in italiano potrebbe essere tradotto come “sonnellino rigenerante”) diventa veramente efficace se si rispettano alcune regole: innanzitutto coricarsi entro le 15 per non condizionare il riposo notturno. Poi il sonno deve essere breve, oltre la soglia dei 20 minuti dall’addormentamento i benefici vengono superati dagli svantaggi. Vediamo nello specifico cosa succede al nostro corpo (e soprattutto alla nostra mente) durante il sonnellino pomeridiano, a seconda della sua durata.

Dai 10 ai 20 minuti una “ricarica veloce”

La durata ideale del pisolino per una “ricarica veloce” va dai 10 ai 20 minuti: il sonno resta nelle fasi superficiali rendendo facile il risveglio. Dormire soltanto per cinque minuti non migliora quasi le prestazioni cognitive (memoria, concentrazione, vigilanza), mentre farlo per 10 minuti innalza parecchio i risultati delle prestazioni da subito dopo il risveglio fino a 2 ore e mezza dopo.

La ricerca: un pisolino rende più dinamico il cervello

Un breve sonno è in grado di potenziare le prestazioni del cervello, ma migliora anche l’umore, soprattutto in quella fase del giorno – dopo pranzo – quando spesso ci si trova ad affrontare un calo fisiologico. “Un riposino breve può essere riposante”, spiega Michael Chee, direttore del Centro per il Sonno e le prestazioni cognitive della National University of Singapore. Lo stesso Chee nel 2022 aveva condotto una meta analisi su 54 studi a riguardo, confermando quanto un piccolo break contribuisca all’acutezza mentale.

Secondo una ricerca condotta dall’University College di Londra insieme dell’Università della Repubblica dell’Uruguay ha indicato un buon sonnellino riparatore è particolarmente indicato per gli over 40. Gli scienziati hanno analizzato, in collaborazione con l’UK Biobankframmenti di DNA di un gruppo di 35mila lavoratori di età compresa tra i 40 e i 69 anni, abituati a concedersi una short nap di 20 minuti. Quello che hanno notato è un aumento del volume del cervello, pari a 15 centimetri, collegato a sua volta a un ritardo nell’invecchiamento stimato tra i 3 e i 6 anni.

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