Nel 2024 il mercato regolamentato dei giochi pubblici ha raccolto complessivamente 157,4 miliardi di euro giocate, restituendone 136 miliardi sottoforma di vincite (+49% rispetto al 2019), per una spesa effettiva di 21,4 miliardi di euro, di cui 16,3 generata dal canale fisico, con 65,3 miliardi di somme giocate. È la fotografia scattata dal rapporto “Il valore economico e sociale dei giochi pubblici su rete fisica in Italia” curato da Nomisma con la collaborazione di Novomatic Italia. «Oltre all’importante contributo economico e fiscale per il Paese, i giochi pubblici regolamentati proposti nella rete fisica contribuiscono alla salvaguardia della legalità sul territorio e assumono un ruolo imprescindibile e da valorizzare sempre di più nel sostegno alle attività di prevenzione e gestione del disturbo da gioco d’azzardo» dichiara Emanuele Di Faustino, Responsabile Industria, Retail e Servizi di Nomisma. Ma non è tutto rosa e fiori per il settore ancora in attesa di una riforma della rete fisica più annunciata e discussa con le regioni ma ad oggi rinviata ufficialmente al 2026. Come spiega sempre Faustino «Oggi il comparto soffre una condizione di crescente marginalizzazione normativa e competitiva dovuta a restrizioni territoriali eterogenee e dall’assenza di una regia normativa unitaria. Una frammentazione che andrebbe superata con una normativa nazionale uniforme, capace di garantire un equilibrio tra peso economico del comparto, legalità e adeguata tutela della salute pubblica».

L’offerta della rete fisica

I giochi pubblici regolamentati proposti sulla rete fisica, che in Italia conta circa 85.000 esercizi unici, comprendono apparecchi da intrattenimento, giochi numerici, lotterie, scommesse e bingo. Con 53.600 punti vendita, la rete più ampia è quella delle lotterie a estrazione istantanea, più noti come gratta e vinci. A guidare la classifica delle Regioni a più alta numerosità di punti vendita fisici in quasi tutte le categorie di gioco è la Lombardia, con un peso sul totale nazionale che si aggira tra il 13% e il 16%, seguita da Lazio e Campania.

Il gaming pesa su Pil, gettito e occupazione

Il valore aggiunto creato dal settore dei giochi pubblici su rete fisica in termini di impatto diretto, indiretto e indotto contribuisce per l’1,1% del PIL nazionale. In particolare le imprese attive nella concessione, gestione e distribuzione dei giochi pubblici su rete fisica hanno prodotto nel 2024 un valore aggiunto complessivo di 20,8 miliardi di euro. Di questi 6,2 miliardi sono riconducibili all’effetto diretto, ovvero gli effetti direttamente attribuibili a concessionari, gestori, rete specializzata e generalista.

L’impatto moltiplicatore sul sistema economico

L’effetto indiretto – ossia quello prodotto dai fornitori e dalle filiere collegate -, è pari a 8,1 miliardi di euro. Infine, l’effetto indotto, ossia quello generato dall’incremento di reddito percepito da tutti i soggetti coinvolti a vario titolo in questo processo, risulta pari a 6,5 miliardi di euro. Considerando complessivamente i tre effetti, Nomisma stima un moltiplicatore finale di 3,4. Ciò sta a significare che, per ogni euro di valore aggiunto creato dalle imprese dei giochi pubblici su rete fisica, se ne generano complessivamente 3,4 per il sistema economico italiano.

Quanto vince il banco

Il gioco da oltre un decennio è ormai una delle principali fonti di gettito fiscale amministrato dall’agenzia delle Dogane e dei Monopoli, con una quota pari al 13% del totale del gettito di competenza dell’Agenzia nel 2024. La sola rete fisica, senza considerare il gioco online fortemente cresciuto con la pandemia e negli anni successivi, ha prodotto nel 2024 9,2 miliardi di gettito erariale.

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