Treviso saluta Gentilini (95 anni), il sindaco sceriffo. Negli ultimi tempi aveva avuto seri problemi di salute, che si sono poi aggravati. Negli ultimi giorni si era sottoposto a un intervento legato a una infezione. Poi le cose sono precipitate. Nelle ultime ore era entrato in coma. E oggi, giovedì 24 aprile, il suo cuore ha smesso di battere.

Per tutti era “il sceriffo”, i comunisti li “odiava” dichiaratamente e li chiamava “bolscevichi”, si era fatto conoscere poco dopo la sua prima elezione, nel 1994, per la sua proposta di travestire gli immigrati da coniglietti a beneficio dei cacciatori e fece sradicare molte panchine da spazi pubblici per impedire a stranieri che “bighellonavano” di coricarsi.

Poche immagini per descrivere il personaggio Giancarlo Gentilini, sindaco leghista di Treviso dal 1994 al 1998 e poi riconfermato fino al 2003, quando dovette rinunciare per cumulo di mandati, lasciando la seggiola più alta di Ca’ Sugana a Giampaolo Gobbo e “accontentandosi” della posizione di vice.

Nella sostanza Gobbo, impegnato da cariche politiche in altri ambiti, lasciò di buon grado Gentilini fosse chiamato normalmente “sindaco” dalla popolazione, così lui continuò tranquillamente a pattugliare la città in lungo e in largo, provvedendo a proporre e far emanare le ordinanze per l’epoca più singolari (come quella che prevedeva severe punizioni per il proprietario di cani che non avesse raccolto le deiezioni e risciacquato anche la sola pipì) e promuovendo manifestazioni dai profili a volte grotteschi, come l’Ombralonga. Una maratona enologica per le osterie di Treviso, che in un certo senso anticipava l’impianto del “all you can eat” applicato in altri ambiti della ristorazione, declinato però sul vino.

L’appuntamento, che per vari anni richiamò a Treviso migliaia di persone, si concluse per la morte di una persona riconducibile all’eccesso di alcol.

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