Quella di Milano è «una manifestazione che non è fatta contro un popolo, ma per far dialogare. E che cerca di tenere lontano tutte le intolleranze e gli estremismi. Gli estremismi di chi pensa che si possa fare una grande Palestina dalla Giordania al mare, cacciando in mare gli israeliani. Gli estremismi di chi pensa che si possa raggiungere qualcosa, bombardando Gaza e bloccando gli aiuti umanitari. Gli estremismi di chi ritiene che ci sia una giustificazione di ciò che fa Hamas, nemico dell’Italia e dell’Occidente». Lo ha detto Carlo Calenda, leader di Azione, arrivando al Teatro Parenti a Milano.

Alla domanda se non fosse possibile una sintesi con la piattaforma di sabato 7 giugno, il leader di Azione risponde: «Tutto era possibile, certo. E la prima cosa che abbiamo proposta è una cosa molto semplice. Cioè dire che quella manifestazione in quella piazza non era aperta a chi chiedeva la distruzione dello Stato di Israele, a chi urla dalla Giordania al mare e a chi compie atti contro i cittadini israeliani, in quanto cittadini israeliani. Perché una cosa è avercela con il governo Netanyahu, e io ce l’ho molto con Netanyahu, e un’altra cosa è avercela con un popolo. La Schlein lo avrebbe fatto, ma M5S e Avs vogliono avere tutta per loro questa discussione e lo trovo un po’ avvilente».

Renzi: piazza unica era meglio ma non sono in contrasto

«Una manifestazione sola? Sarebbe stato sicuramente apprezzato». Così il leader di Italia Viva Matteo Renzi presente all’evento “Due popoli due stati un destino” organizzato al Teatro Franco Parenti di Milano con Azione. «È stato scelto dagli amici che saranno in piazza a Roma di avere una piattaforma immodificabile, quella delle mozioni programmatiche del dibattito parlamentare. Quindi – ha aggiunto Renzi – è giusto che ci sia anche un altro luogo. Le due manifestazioni non sono in contraddizione. Ci sono sensibilità diverse, ci sono discussioni, polemiche e contrapposizioni, però noi abbiamo un luogo in cui le due bandiere possono stare assieme e questa è la cosa più bella. Il futuro di queste terre è due popoli e due Stati e noi ci crediamo». Quindi «io non vi dico cosa manca alla manifestazione di domani, chiedetelo a quelli di domani. Nella manifestazione di oggi ci sono due popoli, due Stati, due bandiere, ci sono le voci degli ostaggi, dei palestinesi che vogliono liberarsi da Hamas, le voci dei custodi e dei frati francescani della Terra Santa, ci sono le voci della politica e di chi dice che bisogna rispettare il diritto umanitario a Gaza, come in ogni altro luogo del mondo», ha sottolineato ancora Renzi.

«Parliamo di una cosa enorme che riguarda il nostro tempo che è il rapporto tra Israele e Palestina. Vorrei che parlassimo di questo – ha spiegato Renzi replicando sulla collaborazione con Azione. – Sono molto contento ovviamente che siamo in tanti e che ci sia una collaborazione tra Italia Viva, Azione, Più Europa e Sinistra per Israele. Tutti assieme pensiamo che il governo italiano possa fare un po’ di più, di meno è impossibile». In conclusione Renzi ha espresso solidarietà nei confronti della direttrice del Parenti Andre Ruth Shammah che oggi «è stata oggetto di striscioni, polemiche, frasi sui muri, lucchetti per bloccare il teatro. Nessuno la fermerà e nessuno ferma il Teatro Parenti».

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