Secondo diversi funzionari, la Banca centrale europea «ha concluso che la proposta della Commissione europea viola il suo mandato», scrive il foglio britannico sottolineando che «aumentano le difficoltà di Bruxelles nel raccogliere il gigantesco prestito a fronte delle attività della banca centrale russa immobilizzate presso Euroclear, il depositario belga di titoli»
Kuleba: bene le inchieste, nessuno è intoccabile
“Ho provato soddisfazione” per l’estensione dell’inchiesta sulla corruzione che ha travolto due ministri, Yermak e persone vicine a Zelensky. “L’Ucraina ha finalmente istituzioni capaci di arrivare a chiunque, senza riguardo per il ruolo. Il messaggio è chiaro: nessuno è intoccabile. Per il mio Paese è uno sviluppo positivo”. Lo ha detto l’ex ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, in un’intervista a Repubblica. Quanto alle elezioni in Ucraina, “sei mesi fa avrei detto che l’interesse degli ucraini per le elezioni era prossimo allo zero. Ora la situazione si è ribaltata, il popolo percepisce che il Paese ha bisogno di un reset. Se ci sarà la tregua si andrà subito al voto”. E alla domanda se vede un futuro politico per Zelensky, ha risposto: “Se anche non venisse rieletto avrà comunque un futuro. Che piaccia o no, è una figura di statura storica e non è necessario occupare una carica per far valere la propria voce”. Interpellato sull’incontro in Florida tra ucraini e americani per il piano di pace, “niente è deciso prima che tutto sia deciso”, ha aggiunto. Kuleba ha poi sottolineato che “l’unica formula tollerabile è che le ostilità cessino lungo l’attuale linea del fronte, continuando a trattare sullo status dei territori occupati. Nessun leader ucraino può firmare un documento che riconosca giuridicamente la perdita di quelle terre”. Quanto a Trump, “crede di poter risolvere i conflitti offrendo la prospettiva di fare soldi insieme. Il problema è che questa guerra non riguarda le risorse, è al cento per cento ideologica, l’ideologia imperiale russa contro l’ideologia europea dell’Ucraina”. “Il lato militare della Nato è consapevole che ci stiamo muovendo verso la guerra, la parte politica invece non vuole riconoscerlo – ha concluso – Oggi l’unico che ne parla è il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, e so che anche il presidente Macron la pensa allo stesso modo. La Russia sta preparando un attacco all’Europa. E più Putin ripete che non vuole farlo, più dovreste credermi”.
Petraus: Kiev ha bisogno di soldi e armi
“Da comandante di due guerre, posso dire che nessuno conosce il costo di un conflitto e ne vuole la fine più di coloro che vi sono stati coinvolti. La chiave è concluderla in modo duraturo, giusto e ragionevole”. Lo dice in una intervista al Corriere della Sera David Petraeus, già comandante delle forze multinazionali in Iraq e in Afghanistan, ed ex direttore della Cia. “È difficile dire” se i negoziati stanno avvicinando l’Ucraina alla pace “perché ci sono cose che non sappiamo e molto dipende dalla disponibilità della Russia a fare concessioni”. “Abbiamo poca contezza di quello che i russi sono pronti ad accettare: finora le loro richieste sono state massimaliste incluso sostituire Zelensky con una figura pro-russa e una forte demilitarizzazione dell’Ucraina”. “Speravo che ci potessero essere due serie di azioni da parte del mondo occidentale per l’aiutare l’Ucraina a fare ancora meglio sul fronte e nella difesa dello spazio aereo – afferma – innanzitutto se l’Europa finalmente accettasse di usare i 200-250 miliardi di dollari delle riserve russe congelate nelle banche europee, in particolare in Belgio come collaterali per emettere bond garantiti di Euroclear, il denaro potrebbe essere dato all’Ucraina per acquistare sistemi di armi e munizioni che non possono produrre da soli (come quelle per la difesa dai missili balistici) ma anche per raddoppiare la produzione di droni da 3,5 milioni a 7 milioni l’anno. E potrebbero superare i loro problemi economici per due-tre anni”.
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Witkoff verso incontro con Putin per accordo
Occhi puntati su Mosca, dove l’inviato statunitense Steve Witkoff dovrebbe incontrare il presidente russo Vladimir Putin per cercare di raggiungere un accordo che ponga fine alla guerra in Ucraina. Ieri Washington ha espresso “grande ottimismo” nonostante la continua intransigenza del leader russo. Trump e il suo team “hanno lavorato duramente su questo tema e tutti desiderano sinceramente che questa guerra finisca”, ha affermato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ricevuto ieri un forte sostegno dal francese Emmanuel Macron, che ha ribadito l’impegno europeo per il raggiungimento di “una pace giusta e duratura”. Pur accogliendo con favore gli “sforzi di mediazione” degli Stati Uniti, Macron ha dichiarato che “ad oggi non esiste un piano definitivo. Siamo ancora in una fase preliminare”, ha spiegato in una conferenza stampa con Zelensky, sottolineando che il piano presentato da Washington “può essere finalizzato solo con gli europei seduti al tavolo” e ha parlato telefonicamente con Trump.
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