Nel documento di Laudato si’, il Papa scrive che «la Terra sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia». La sua visione era sistemica: ecologia integrale significa tenere insieme le cause e le concause che legano inquinamento e ingiustizie sociali. Francesco attacca il modello economico neoliberista, la cultura del consumo sfrenato e la logica del profitto a breve termine. «Il mercato da solo – si legge – non garantisce lo sviluppo umano integrale e l’inclusione sociale».

Nel testo ricorre spesso l’espressione «casa comune» riferita alla Terra. Una riflessione profonda, custodita nell’etimologia stessa della parola “ecologia” che deriva dal greco “oikos”, cioè casa, e “logos”, discorso. Quello di Francesco era un ragionamento sulla casa, lo scrigno dove tutto ciò che c’è di umano e divino prende forma.

La sua era una filosofia: non esiste giustizia sociale senza cura per il Pianeta. «Fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra», scrive Francesco. E con essa, le popolazioni indigene, le comunità contadine, le persone costrette a migrare a causa della desertificazione e della crisi climatica.

Otto anni dopo Laudato si’, Papa Francesco pubblicò Laudate Deum, nell’ottobre del 2023. Si tratta di un’esortazione apostolica che aggiorna il magistero. Il tono di questo documento è allarmato, severo, esasperato. «Il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura», si legge. Secondo Francesco gli effetti del cambiamento climatico saranno devastanti per salute, lavoro, migrazioni e accesso alle risorse.

A differenza dell’enciclica, Laudate Deum ha un tono esasperato. «Non reagiamo abbastanza» è il testamento lasciato da Francesco.

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