Il debito pubblico globale accelera la corsa: supererà quota 100% del Pil già nel 2029, secondo le nuove proiezioni del Fondo monetario, contenute nel Fiscal Monitor pubblicato il 15 ottobre. Ad aprile, l’istituto prevedeva che il debito globale sarebbe arrivato a un soffio dal 100% nel 2030.

Cambio di dinamica

In questo scenario, il rapporto debito-Pil sale ai massimi livelli dal 1948. Non sono solo le dimensioni a contare, ma anche il costo del debito, sottolinea il Fondo. Gli anni tra la crisi finanziaria globale e la pandemia di Covid sono stati caratterizzati da condizioni insolitamente favorevoli, con la forte discesa dei tassi di interesse. Ora però la situazione ora è molto diversa. I tassi sono aumentati e il percorso di diminuzione è incerto.

Inoltre, le spese incombenti o annunciate per la difesa, i disastri naturali, le tecnologie, la demografia e lo sviluppo aumentano la pressione sulla spesa pubblica. Al contrario, la stretta sulle imposte è una linea rossa che la politica non vuole attraversare.

La conclusione, per il Fondo, è inevitabile: «Partendo da deficit e debito troppo elevati, la persistenza della spesa al di sopra delle entrate fiscali spingerà il debito a livelli sempre più alti minacciando la sostenibilità e stabilità finanziaria».

Tra i Paesi avanzati con debito pubblico più alto, gli Stati Uniti supereranno il 143% del Pil nel 2030 dal 122% del 2024. Nel 2017 erano sotto al 107%. Il sorpasso sull’Italia (137% nel 2030 dal 135% del 2024) dovrebbe avvenire nel 2029.

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