La voce quasi non c’è. E i postumi dell’influenza che l’ha costretta a lasciare in anticipo il Consiglio europeo le fanno saltare anche l’esperienza di una gita in slitta, trainata dalle renne, che sono l’altro simbolo della Lapponia finlandese insieme a Babbo Natale. È proprio Santa Claus che Giorgia Meloni trova ad accoglierla (e abbraccia) insieme al primo ministro finlandese. Petteri Orpo ha chiamato altri tre capi di governo di centrodestra – a Saariselka ci sono anche il greco Kyriakos Mitsotakis e lo svedese Ulf Kristersson – per stringere il coordinamento tra Nord e Sud, tra i Paesi che rappresentano i confini esterni dell’Europa e che condividono, nonostante le distanze geografiche, le stesse sfide in tema di sicurezza e migranti.

Per la prima volta i Paesi frugali non hanno chiuso a spese condivise a livello Ue

Paesi che fino ad alcuni anni fa non sempre erano inclini a parlarsi, che «storicamente sulle questioni europee sono stati spesso su fronti molto diversi», ha sottolineato la stessa Meloni, in Lapponia con la figlia Ginevra, presentandosi quasi afona al vertice. Dove si è parlato anche di spese per la difesa su cui, per la prima volta, dai nordici tradizionalmente frugali non si è registrata, come sottolineano fonti italiane, una totale chiusura. Certo la discussione non è entrata in dettagli pratici, se procedere attraverso Eurobond o scorporando le spese dal Patto di stabilità (come chiede da tempo l’Italia), ma nessuno mette più in dubbio che ci sia la necessità di aumentare le risorse «mettendo a disposizione strumenti nuovi», che non compromettano i conti pubblici degli Stati. Ma la discussione davanti al camino (tutti senza scarpe come usa a queste latitudini) ha permesso di affrontare il tema da posizioni «meno distanti. È un inizio», spiegano sempre dalla delegazione italiana.

Nuovo formato

E il formato, nuovo, avrà nuove riunioni nei prossimi mesi, con tappa in Grecia molto probabilmente. Anche il target del 2%, che l’Italia tra gli altri ancora non ha raggiunto, è stato oggetto di riflessione perché la questione delle spese per la difesa è stata affrontata nelle tre dimensioni, nazionale, europea e in sede Nato, con i leader che si sono trovati concordi sulla necessità che queste tre voci «dialoghino meglio».

Tema sul tavolo del Consiglio europeo straordinario di febbraio

Sempre col faro di non gravare sui conti pubblici. La strada è lunga, e sarà tema oggetto anche del prossimo Consiglio europeo straordinario di febbraio. E anche per preparare quella riunione tessendo nuove alleanze interne è stato pensato il summit, che ha visto insieme ai 4 leader anche l’Alta rappresentante per la politica estera Ue Kaja Kallas nella baita, a 260 chilometri sopra il Circolo polare artico e ad appena 50 chilometri dalla frontiera con la Russia.

Il tema sicurezza

Sono le ore gravi dell’attentato di Magdeburgo, con il tema della sicurezza che diventa ancora più centrale, sottolinea la premier italiana ribadendo la «massima solidarietà all’intero popolo tedesco». Protetti dalla notte polare finlandese (il periodo è quello in cui non ci sono mai ore di luce) i primi ministri di Finlandia e Svezia, freschi di ingresso nella Nato, hanno introdotto la questione della sicurezza e della guerra ibrida di Mosca lungo i 1.340 km di confine condivisi con la Finlandia. E hanno scandagliato anche delle interconnessioni marine, questione che accomuna il Mar Baltico e il Mediterraneo. Delle specificità della sponda Sud hanno parlato poi Meloni e Mitsotakis, introducendo il nodo della gestione dei migranti. La premier italiana ha sottolineato il valore strategico della politica della dimensione esterna e del valore delle nuove partnership con i paesi africani. E ha ribadito l’importanza di risolvere il nodo dei Paesi sicuri, anche alla luce della volontà della Commissione di anticipare ai primi mesi del 2025 la direttiva sui rimpatri. Mentre la Grecia ha spostato il focus anche sui rapporti con la Turchia e i problemi della navigazione. Le discussioni continueranno a una cena tra i soli leader prima della chiusura del vertice senza un documento finale, dato il contesto informale, ma con delle dichiarazioni.

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