Alla Ferrari, non c’è solo un premio di risultato che nel 2024 ha raggiunto i 14.400 euro, un percorso di formazione continua per valorizzare tutti, un pacchetto di beni e servizi di welfare che comprende una delle liste più allargate che vengono offerte, dai centri estivi per i bambini, fino al ristorante aziendale, alla palestra e alle visite mediche, con un programma di prevenzione che viene rafforzato continuamente. Per favorire ancora di più il già forte senso di appartenenza dei 6mila lavoratori, la casa di Maranello ha deciso di far guidare loro una vettura, una Ferrari 296 GTB, sportiva plug in hybrid, con motore biturbo da 667 cavalli accoppiato a un motore elettrico da 122 kilowat. Averla è un sogno per molti. Guidarla in prima persona, per chi lavora a Maranello, non più.

L’ascolto delle persone

Tutto è iniziato qualche anno fa, quando, arrivato in azienda il ceo Benedetto Vigna nei numerosi colloqui con i lavoratori ha constatato che molti non erano mai saliti a bordo della “rossa” e che era un desiderio forte farlo. È così che è nato un primo progetto che ha coinvolto 3mila dipendenti tra il 2020 e il 2024 per farli diventare passeggeri di una Ferrari guidata da un collaudatore all’autodromo di Fiorano. Nel 2025 il progetto si è evoluto. Dopo la prima iniziativa che ha avuto molto successo ne è nata una seconda che «consente di essere protagonisti e poter guidare le vetture – racconta Eugenio Bursi, head of general services & security di Ferrari -. Abbiamo avviato un nuovo progetto che dallo scorso aprile a novembre, consentirà a 1.400 colleghi di fare questa esperienza all’autodromo di Modena nella pista Marzaglia. Le prime 6 sessioni si sono già svolte e altre 6 si svolgeranno di qui a novembre».

Prenotazioni esaurite in pochi minuti

L’iniziativa ha riscosso molto successo, continua Bursi: «Il feedback che abbiamo è altissimo e il gradimento è dimostrato dal fatto che i posti a disposizione per le varie date si esauriscono pochi minuti dopo l’apertura delle iscrizioni sulla piattaforma. Ma finita l’esperienza c’è anche un momento successivo in cui le persone attraverso mail e messaggi ci trasferiscono le emozioni delle giornate». Il progetto si svolge al di fuori dell’orario di lavoro, nel week end, il sabato e la domenica, perché non c’è attività lavorativa e tutti sono quindi nelle condizioni di poter partecipare. Inoltre per consentire a chi lavora nel team di Formula 1 e nell’Endurance di partecipare, sono stati esclusi alcuni week end delle gare.

La giornata di guida in pista

Ogni giornata è divisa in 2 sessioni giornaliere uguali, a ognuna delle quali «partecipano 60 colleghi che possono essere accompagnati dalle loro famiglie a cui vengono riservati i posti sugli spalti nell’area hospitality che affaccia sul circuito – racconta Bursi -. L’esperienza nasce per fare conoscere il nostro prodotto». E non solo. Vediamo alcuni numeri. Dei 6mila lavoratori sono circa 500 ad avere la possibilità di salire sulla vettura durante i cicli di collaudo su pista e strada ad opera dei collaudatori interni, così come negli spostamenti interni e durante le attività di sviluppo e test svolte per lo più dagli ingegneri che lavorano sul prodotto. La gran parte delle persone della Ferrari, però, non ha questa possibilità ed è proprio per loro che è stata pensata l’iniziativa. Che però è molto di più. E’ infatti anche «un modo per consentire a colleghi che non si sono mai incrociati di conoscersi e trascorrere una giornata insieme e di fare conoscere le famiglie, creando un senso di coesione e appartenenza, anche familiare, ancora più forte», spiega Bursi. Per consentire il giusto equilibrio nella partecipazione i posti disponibili sono suddivisi tra un 50% per i white collar e un 50% per i blue collar. Quanto alla partecipazione di genere rispecchia esattamente la distribuzione delle quote con le donne che sono il 16%, come in azienda.

Dalla teoria al volante

Chi partecipa dapprima segue una lezione teorica in aula in cui viene spiegata la corretta tecnica di guida, dall’impugnatura del volante fino alla distanza del sedile, alla traiettoria da tenere, a come usare il freno e l’acceleratore. «Si tratta di un momento di formazione in aula che è utile anche nella guida di tutti i giorni perché se una parte delle nozioni del corso sono distintive per il tipo di vettura da guidare, le altre sono utili a prescindere. In tutti i casi non si tratta di un’esperienza di guida veloce e la vettura è programmata ai massimi livelli di sicurezza, con il 90% dei controlli attiva», continua il manager. I lavoratori imparano a conoscere la Ferrari 296 GTB prima seduti sul sedile del passeggero, con l’istruttore che guida durante un giro dimostrativo. Per poi essere loro stessi i piloti dei giri successivi con l’istruttore seduto al fianco come tutor. Ad ogni sessione un fotografo professionista immortala i “piloti” che potranno così tenere con sé un ricordo tangibile di un’esperienza tra sogno e realtà.

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