«Non vi è stata alcuna forzatura ottimistica, né sovrastima pessimistica nel determinare le voci di bilancio, ma si è proceduto avendo riguardo alla circostanza che non vi fosse alcuna certezza sulla ripatrimonializzazione» della Fenice Srl e, inoltre, «si è cercato di porre le fondamenta per traghettare la società verso l’anno 2025 e procedere con un piano di crescita, ma solo sulla base di prospettive da valutarsi» dopo le decisioni dell’assemblea dei soci. È quanto si legge nel verbale – visionato da Radiocor – dal quale emerge il duro (e lungo) botta e risposta tra l’amministratore unico Claudio Calabi e i rappresentanti del socio di minoranza “dissidente”, cioè l’imprenditore Pasquale Morgese, azionista al 27,5% dell’azienda dell’influencer Chiara Ferragni.

I legali di Morgese, che alla fine voteranno contro il bilancio 2023 e l’aumento di capitale da 6,4 milioni, contestano a Calabi diversi punti, dai conti agli accantonamenti, passando per il destino della controllata Fenice Retail e la ricapitalizzazione. Ma il manager ribatte punto su punto. E nel verbale (dove appare come «il presidente», in quanto presiede l’assemblea) Calabi dichiara che «ha sempre operato esclusivamente nell’interesse della società a tutela dei soci e dei creditori» e «respinge, pertanto, l’addebito di aver agito con criteri diversi». Non solo. Il manager sottolinea come «alcuni soci hanno posto in essere attività di controllo molto invasive, grazie alle quali hanno potuto avere totale contezza dell’andamento della gestione sociale e della consistenza patrimoniale della società» e ritiene che «le dichiarazioni e le richieste effettuate in questa assemblea» dai soci Esuriens Srl e N1 Srl (cioè Morgese) «siano strumentali e pretestuose giacché mosse da interessi in conflitto con quelli della società».

Quanto alle richieste sulle poste di bilancio, Calabi ribadisce di aver agito con «la massima diligenza, in una situazione di estrema difficoltà della società». Rispetto al futuro della Fenice Srl, società chiave nella galassia imprenditoriale di Ferragni, «nel budget 2025 sono state indicate solamente le linee guida dei prossimi mesi» e «ci sono i presupposti per avviare interlocuzioni con soggetti nazionali e internazionali su diversi settori di attività in cui opera la società», interlocuzioni che saranno avviate «solo se la società proseguirà con la sua attività».

Un’ultima nota sull’ipotesi di un’azione di responsabilità nei confronti dei vecchi amministratori della Fenice: «Non è un’attività di competenza dell’organo amministrativo» e in fondo «qualunque socio ha diritto di promuoverla nelle sedi opportune», ribatte Calabi ai legali.

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