L’epoca d’oro fu quella dei marziani, iniziata, per eccesso di passione, da un ottimo astronomo italiano di inizio ‘900 Virginio Schiaparelli. Dai cieli di Milano, allora tersi, osservò da Brera con un telescopio molto innovativo per l’epoca il pianeta Marte coi suoi canali, che sono profonde fratture sulla crosta di quel pianeta, come un canyon delineato in modo netto e lungo migliaia di chilometri.

Schiaparelli era un socialista utopistico alla Proudon, vedeva il bene e la buona volontà anche nell’arido pianeta tutto sassi e polvere, che oggi vediamo grazie ai robot Nasa che ogni giorno ci mandano le immagini di quel rosso mondo desolato. In un paio di conferenze pubbliche fece un volo di fantasia un po’ troppo ardito, che, come scienziato positivista, non poteva neppure pensare, mettendo come ipotesi che quel canale fosse stato scavato da una civiltà di pari e fraterni marziani, non si sa per quale motivo, ma evidentemente a beneficio di tutti gli abitanti del pianeta rosso.

Una serie di equivoci nelle traduzioni in e dall’inglese diedero la stura al mito dei marziani, che venivano anche a visitarci: loro, o altri extraterrestri simili, erano dietro al fenomeno dei dischi volanti. Non si contano i romanzi di fantascienza, i film coi marziani, ora buoni ora perfidi e cattivi, che invadono gli schermi fra il 1950 dei primi e il 1996 del famoso Mars Attack. Insomma, per un certo periodo gli abitanti dei dischi volanti furono pensati probabilmente marziani. Il rovescio della medaglia lo mostrò in grande Ennio Flaiano, con la sua bella commedia “Un Marziano a Roma”, passata anche in tv all’epoca e che si può ritrovare in libreria o su Youtube.

Crocefissione di Cristo, 1350, che sta sopra l’altare del monastero Visoki Dečani in Kosovo

Ma gli Ufo che solcano i nostri cieli non sono certo una novità dell’ultimo secolo, gli appassionati di ufologia credono di ritrovarli in tanti quadri famosi della storia dell’arte, ad esempio nella stupenda crocefissione di Cristo, 1350, che sta sopra l’altare del monastero Visoki Dečani in Kosovo. Lì troviamo, a destra e a sinistra della croce, due figure umane guidare quelle che sembrano, oggi, delle navicelle spaziali, ma sono in realtà il Sole e la Luna, come descritto dalle Sacre Scritture. Era normale all’epoca personificare i due astri luminari con persone che viaggiano su due carri celesti.

“Il fenomeno celeste di Norimberga”, incisione di Hans Glaser, Biblioteca Centrale, Zurigo

La fantasia faceva il resto, come nel caso dell’evento di Norimberga del 14 aprile 1561 quando in cielo, per oltre un’ora secondo i molti testimoni, si svolse una terribile battaglia celeste, che fu immediatamente incisa in varie tavole a stampa. Si trattava, probabilmente, di una serie di fenomeni atmosferici, noti come pareli, più complessi e duraturi del solito. Un fenomeno così insolito e che impressionò la popolazione così tanto che perfino il famoso Jung lo studiò e ne parlò in un suo libro. Attenzione poi che l’ignoranza dei fenomeni celesti faceva parlare spesso i nostri semplici e impauriti antenati di gigantesche spade o croci che apparivano, magari color sangue, e che erano invece innocenti comete di passaggio con la loro bella coda, e così via. Gli esempi sono tanti e ci portano indietro nel tempo, con gli dèi romani e greci che stavano in cielo e ogni tanto ne scendevano, ma ricordiamo che nella Bibbia il profeta Elia ascende al cielo su un carro di fuoco, come descritto nel Secondo Libro dei Re. Ovvio che un carro di fuoco faccia pensare all’appassionato di Ufo che si tratti di qualcosa di simile a quello che oggi Elon Musk fa partire ogni settimana, come una corriera postale, dalla base di Cape Canaveral. Gli esempi sarebbero ancora decine e decine.

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