Come sta Vittorio Sgarbi? Il critico d’arte racconta la sua malattia in un’intervista parlando del proprio corpo e del suo rapporto con la sua immagine pubblica.
Vittorio Sgarbi (Stefano Porta/LaPresse)
Vittorio Sgarbi si è raccontato ad Antonio Gnoli su Robinson, tornando sulla malattia che lo tiene a casa e la sua condizione di salute che non è ottimale, come racconta lui stesso. Critico d’arte, politico, personaggio televisivo, polemista convinto, Sgarbi è uno dei volti più conosciuti della tv italiana, da sempre amante del duello anche sferzante e delle polemiche feroci, in questi ultimi tempi è un po’ scomparso, complici, pure, le malattia (un intervento al cuore e un cancro alla prostata) che ne hanno minato il benessere del corpo. Lo dice lui stesso in un’intervista in cui racconta anche di cosa è stata l’arena pubblica e televisiva, in particolare, per lui.
La malattia di Sgarbi e la depressione
Sgarbi parla subito delle sue condizioni, dovute alla forte depressione che lo ha colpito: “La mia attuale malinconia o depressione è una condizione morale e fisica che non posso evitare” dice, ma prima fa una ricognizione sulla sua salute: “Ho perso parecchi chili. Faccio fatica in tutto. Riesco a tratti ancora a lavorare. Ho sempre dormito poco. Ora passo molto tempo a letto” spiega a Robinson a cui racconta anche il suo ultimo libro Natività e in che modo i problemi fisici intaccano anche la sua possibilità di lavorare come vorrebbe. Sgarbi, infatti, ci vede male: “Faccio fatica, e poi vedo male: per uno storico dell’arte non è il massimo” racconta.
Il rapporto con la tv e la sua immagine

Vittorio Sgarbi al Museo Egizio (LaPresse/ Matteo Secci)
“Trascorro una fase di meditazione dolorosa su quello che ho fatto e sul destino che mi attende. In fondo le cose che ho scritto, le opere d’arte che vedi appartengono a un progetto di sopravvivenza. Qualcosa che rimanga e che si prolunghi oltre la vita” continua il critico d’arte che mette in mostra sé come se fosse uno dei quadri che ha raccontato per tutta la sua vita. Oggi l’opera d’arte è lui, è il suo corpo a essere sotto i riflettori, commentato, e in questa nuova fase della sua vita, più ferma, tranquilla, racconta di guardare “le cose senza il desiderio di essere coinvolto. Senza rappresentare una parte” e che si sente prigioniero della sua immagine: “Era una realtà profonda che diventava immagine. Oggi, nel ripensare a certe cose di allora è come se vedessi un altro me”.
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La vicinanza della compagna e della sorella
In un’intervista data al Corriere della Sera qualche mese fa, Sgarbi raccontava questa nuova fase in cui viveva accudito dalle donne della sua vita, la compagna e la sorella Elisabetta: “Pare che io sia dimagrito e che quindi debba mangiare di più, e lei e la mia compagna Sabrina vengono a seguire i ritmi della mia giornata quotidiana (…). Oggi ho un dialogo con il corpo che non avevo avuto mai. Interessante questo dialogo? Non troppo, era meglio prima. Preferivo essergli indifferente”. In quell’intervista spiegò anche perché non usava più l’espressione “capra”: “Non lo dico più, perché faceva parte del divertimento, del gioco che in questo momento non c’è. Ma comunque qualche volta lo penso”.