Un investimento complessivo, per la società Porto antico, che organizza la fiera, superiore a 6 milioni di euro, a fronte di spazi espositivi quasi triplicati, rispetto alle precedenti edizioni, svoltesi nel 2018 e 2022 ai parchi di Genova Nervi. Euroflora 2025, 13° mostra internazionale di piante e fiori, aprirà al pubblico giovedì, nel capoluogo ligure, per proseguire fino al 4 maggio, con una location che la riporta alle origini, cioè all’area della ex Fiera del mare (oggi trasformata, grazie al riassetto del waterfront, firmato Renzo Piano), con gli allestimenti nel padiglione Jean Nouvel e nel nuovo palasport. A cui si aggiungono un’esposizione galleggiante sulla marina, nonché tutto lo spazio di piazzale Kennedy, affacciato sul mare, per anni adibito a parcheggio per auto e oggi in fase di trasformazione, per diventare un parco urbano permanente.

Insomma, la kermesse avrà a disposizione ben 85mila metri quadrati indoor e outdoor (prima erano 35mila), nei quali troveranno spazio 154 giardini da tutto il mondo (nel 2022 erano 90), visitabili in un percorso che si sviluppa per oltre 4 chilometri. Tra le new entry, il Museo egizio, con il Giardino del piacere, il regno del Bhutan e il mondo della ricerca, con l’Istituto italiano di tecnologia e la serra spaziale di Space V, con il coordinamento dell’astronauta Franco Malerba.

L’investimento complessivo, conferma Mauro Ferrando, presidente della Porto antico, «sarà di poco superiore ai 6 milioni, anche se, con le attività organizzative e di allestimento, abbiamo cercato di contenere al massimo i costi. Del resto, siamo su un’area, più o meno, triplicata e molto più complessa, rispetto a quella di Nervi, sia per tipologie di siti, con il palasport e il padiglione Nouvel, sia per i costi relativi all’allestimento di uno spiazzo di 30mila metri quadrati, qual è piazzale Kennedy, che ci è stato consegnato consegnato grezzo (l’approntamento di Euroflora è inziato quando ancora erano in corso, seppur alle ultime battute, i lavori per spostare sotto terra il parcheggio e fare spazio al parco urbano, ndr)».

La mostra, ricorda ancora Ferrando, è «l’unico appuntamento italiano tra le floralies europee riconosciute da Aiph (International association of horticultural producers)», ed è un evento di rilievo per il mercato italiano del florovivaismo. La produzione nazionale florovivaistica, peraltro, risulta in crescita: ammonta (secondo dati Istat riferiti al 2023) a 3,14 miliardi e rappresenta il 4,7% delle produzioni agricole italiane (era il 4,5% nel 2022). In particolare, le coltivazioni floricole ammontano a 1,46 miliardi di euro (in valore, il 2,2% delle produzioni agricole italiane) e quelle vivaistiche avrebbero confermato 1,67 miliardi di euro (in valore, il 2,5% delle coltivazioni agricole italiane).

Con questi numeri, l’Italia risulta il terzo principale produttore dell’Ue, dopo Paesi Bassi e Spagna. Il valore dell’export è di circa 1,2 miliardi di euro (pari all’1,4% dell’export agroalimentare totale) e il Belpaese si conferma seconda potenza europea, e terza mondiale, con (un valore della produzione pari al 5,2% dell’export mondiale. La bilancia commerciale del comparto è positiva, con un avanzo stimato, a oggi, di +315 milioni di euro. Consistenti gli scambi con la Francia (+220 milioni), Germania (+ 150 milioni circa), Svizzera (+58 milioni circa), Gran Bretagna (+44 milioni). I saldi più onerosi per la bilancia commerciale italiana derivano dagli scambi con Spagna (-25 milioni), e Paesi Bassi (-400 milioni pari al 69% dell’import totale in Italia).

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