Oggi, 19 marzo 2025, l’Agenzia Spaziale Europea, Esa, ha reso pubblico un primo pacchetto di immagini delle prime tre zone di cielo, relativamente piccole, osservate dal telescopio spaziale Euclid.

Soddisfazione perché tutto ha funzionato al meglio, sia sul satellite che nella parte a terra, quella di analisi dati, dove è stato messa a punto per la prima volta una procedura che integra il lavoro di volontari e professionisti per addestrare un programma di intelligenza artificiale che ora se la potrà cavare da solo. È importante perché il software di AI addestrato aiuterà in modo sostanziale nell’analisi dei prossimi set di dati che il satellite invierà, con un ritmo di 100 gigabyte al giorno, da oggi alla fine della sua missione, nel 2030.

 

Esempi di galassie di differente tipo e forma, tutte riprese dal satellite Euclid nelle prime osservazioni

Queste prime immagini diffuse contengono 380.000 galassie di ogni tipo, da quelle a spirale a quelle quasi rotonde o irregolari, contenute in una parte di cielo, come detto, ancora molto piccola rispetto a quella che sarà la ricopertura finale: per avere un’idea, il satellite ha analizzato complessivamente una superfice 300 volte quella della Luna. Alla fine del lavoro, fra 5 anni, ci si aspetta di avere qualcosa come 1,5 miliardi di immagini di galassie, che copriranno oltre 14.000 gradi quadrati, nella pratica un’area di un terzo del cielo. Una cosa enorme.

È un risultato che ha ripagato il lavoro di astrofisici di mezza Europa, la collaborazione scientifica comprende 2000 ricercatori, ma anche ingegneri, tecnici e industrie che dal 2007 hanno lavorato continuamente per arrivare a questo primo importante risultato. L’Italia, che è il secondo contributore del progetto subito dopo la Francia, ci lavora, con il supporto dell’Agenzia spaziale italiana, con 200 scienziati di varie Università e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.

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