Premiano di più con i tassi di interesse al rialzo. Ma anche in questi momenti di tassi previsti al ribasso, gli Etf (Exchange trade fund) e i fondi comuni possono essere strumenti efficaci – su scadenze molto brevi – per gestire la liquidità. Etf e fondi possono essere di natura sia monetaria, sia obbligazionaria. Vediamo le differenze.
Gli Etf monetari
Gli Etf monetari presenti su Borsa Italiana sono 4 (3 a gestione passiva e 1 a gestione attiva). Nel caso della gestione passiva il rendimento offerto dallo strumento sarà in linea con quella del sottostante, mentre con la gestione attiva l’obiettivo è quello di cercare di ottenere una sovra-performance rispetto al benchmark. Questi strumenti replicano l’andamento del tasso €Str (Euro short term rate) che esprime il tasso overnight (cioè il tasso d’interesse con scadenza a un giorno) applicato da alcune banche dell’eurozona.
Il tasso €Str è legato al tasso sui depositi presso la Banca centrale europea: è dunque soggetto alle scelte di politica monetaria della Bce che quando aumenta (oppure riduce) il tasso sui depositi, anche l’€Str subirà un aumento (o una riduzione) di pari entità. Attualmente il tasso d’interesse è del 2,5% annuo, seppur previsto in riduzione di ulteriori 50 punti base entro la fine del 2025 secondo le attese di taglio della Bce. Questo porterebbe a fine anno il rendimento a scadenza (yield to maturity) offerto dagli strumenti monetari intorno al 2% annuo.
I vantaggi
Il vantaggio degli Etf monetari consiste nella possibilità di prendere posizione sul tasso a brevissima scadenza con una duration praticamente nulla. Questo vantaggio è stato molto rilevante da metà 2022 e per l’intero 2023 quando la Bce ha intrapreso il percorso del rialzo dei tassi d’interesse per combattere l’aumento dell’inflazione. Per alcuni momenti questi strumenti erano arrivati a offrire un rendimento di oltre il 4%, consentendo di sfruttare l’inversione della curva dei rendimenti.
Gli svantaggi
Rispetto alle singole obbligazioni governative, però, questi prodotti presentano delle spese correnti che vanno tenute in considerazione e che potrebbero avere un impatto rilevante sul rendimento finale. Un’altra differenza a svantaggio di questi strumenti riguarda i costi di transazione che devono essere pagati sia in fase di acquisto, sia in fase di vendita.