Dorothea Wierer in una lunga intervista a Fanpage.it racconta della sua lunga e vincente carriera, ma anche delle sue prospettive e soprattutto del ruolo che avrà per Eurosport alle Olimpiadi di Parigi: “Sto uscendo dalla comfort zone, a Parigi voglio vedere il beach volley sotto la Torre Eiffel”.

Dorothea Wierer è una delle atlete italiane più forti e più note al mondo, la sua carriera, anzi, la sua bacheca parla per lei. Dodici medaglie vinte ai Mondiali di biathlon – quattro d’oro – tre alle Olimpiadi, due successi nella Coppa del Mondo generale. Una carriera favolosa per questa atleta che la prossima estate, dopo aver disputato per tre volte i Giochi Olimpici Invernali, cambia sponda e cambia pure veste. Perché Dorothea Wierer vivrà i Giochi Olimpici di Parigi 2024 da inviata di Eurosport. Wierer ha rilasciato un’intervista a Fanpage.it nella quale ha parlato della sua carriera, dei suoi grandi successi e dell’emozione che proverà nel prendere parte a un’altra Olimpiade, con un ruolo inedito, prima di vivere quella di Milano-Cortina 2026.

Dorothea, tra le tante vittorie che hai ottenuto qual è quella che ti ha dato più soddisfazione nella tua splendida carriera?
É difficile dirlo. Perché ogni sua vittoria ha la sua emozione, ha il suo sapore. Però, dovendo scegliere, direi i Mondiali di inseguimento di Anterselva del 2020. Perché entrare nello stadio per prima davanti al pubblico di casa è stato bellissimo. Avevo i brividi su tutto il corpo, è stato davvero bello, anche perché le aspettative erano tantissime.

Come mai hai scelto di praticare il biathlon?
È stato quasi un caso. Perché nella valle dove sono cresciuta il biathlon era lo sport più famoso, avendo avuto tanti campioni olimpici negli anni ’80. Grazie a quei successi è stato creato lo stadio per il biathlon. Mi è piaciuto subito perché erano due sport in uno: lo sci di fondo e il tiro con la carabina. I miei fratelli già lo praticavano, mi sono appassionata subito, soprattutto al tiro, che mi regalava tanta emozione e tanta adrenalina, era un po’ come essere al luna park.

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Uno sport bello, emozionante, ma che può creare anche tanta ansia, se mi passi il termine, perché basta un tiro non centrato per vanificare tutto.
Sicuramente, oggi, la componente del tiro è quella più influente. Se sbagli hai dei giri di penalità, che recuperi solo quando sei in grande forma. Quindi devi sparare bene e non avere giri di penalità. Sicuramente ci può essere dell’ansia, perché quando sei al poligono c’è grande tensione. Poi dipende dai giorni, a volte sei più rilassato o più teso. Le gare sono da fine novembre a fine marzo, le sensazioni cambiano, non c’è una regola.

Usando giusto un paio di parole: come definiresti il biathlon?
Il biathlon è uno sport di fatica, di sofferenza e di precisione.

Hai annunciato che continuerai la tua carriera e ci sarai anche alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026.
I Giochi sono sempre più vicini. Ho riflettuto e ho deciso di continuare. Sarà bellissimo perché finirò dove tutto è iniziato. Pochi atleti possono disputare le Olimpiadi dove sono cresciuti, dove hanno messo gli sci ai piedi per la prima volta, sarà speciale per me.

E nelle prossime due stagioni proverai a vincere, perché per un atleta del tuo livello non vale la pena partecipare tanto per farlo.
Diciamo che un atleta che ha sempre lottato per il podio accetta con maggiore difficoltà il passare del tempo. Per noi la componente del tiro è importante, perché può ribaltare il risultato, quindi non è un discorso solo collegato alla forma fisica. Ma conta tantissimo anche l’aspetto mentale. Perché il nostro è uno sport di sofferenza, di fatica e quindi se di testa non sei predisposto a dare il 110% non arriva il risultato.

In estate sarai a Parigi e vivrai le Olimpiadi estive, non da atleta naturalmente ma con un’altra veste.
Sono molto curiosa, intanto perché Parigi è una città che non ho mai visto e sarà un palcoscenico splendido. Io ho vissuto delle Olimpiadi Invernali un po’ strane tra Sochi, Pyongyang e Pechino. E quasi nessuno è rimasto entusiasta, Sochi non era male, c’era cultura invernale, le altre due invece no. Per me sarà una sfida. Dovrò dare il mio punto di vista e farò cose che non ho mai fatto. Sto uscendo dalla comfort zone, non sono più solo un’atleta.

Cosa farai nello specifico a Parigi per Eurosport?
Sarò per tre settimane a Parigi e sono contenta perché sono pochi gli atleti che hanno la possibilità di vivere questo tipo di emozioni. Racconterò qualcosa dei Giochi, un po’ di dietro le quinte e soprattutto dobbiamo anche improvvisare. E sarà anche questo il bello, ci sono tante sorprese alle Olimpiadi.

L’Italia nel 2021 ha ottenuto il record di medaglie alle Olimpiadi, pensi possa batterlo quest’anno?
Le Olimpiadi sono sempre particolari. Quando ci sono maggiori aspettative non sempre si ottiene il risultato sperato, ogni tanto è meglio essere outsider per sorprendere. Però credo che l’Italia stia lavorando bene in tanti sport. Penso soprattutto all’atletica. La cosa fondamentale è essere in formissima in quelle tre settimane, e non è semplice.

Qual è lo sport olimpico che ti intriga di più? 
Il beach volley perché si gioca proprio sotto la Torre Eiffel, sono molto curiosa di vedere questo ambiente e questa splendida. cornice. Poi a me piace tantissimo il ciclismo, ma ovviamente voglio seguire l’atletica e il nuoto. E vorrei vedere anche quegli sport che si seguono ogni quattro anni per le Olimpiadi.

Alle Olimpiadi ci sarà anche Jannik Sinner, tu lo conosci?
Non l’ho conosciuto personalmente, conosco suo papà, sono persone con i piedi per terra, grandi lavoratori, sicuramente per lui l’Olimpiade è importante. Ora può diventare il numero 1 e rimanerlo per anni. Speriamo bene per lui e per l’Italia, più risultati avremo e meglio è, così avremo anche la possibilità di raccontare tante belle storie.

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