Aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi
29 Novembre 2024
15:27
Il promotore di giustizia in Vaticano Alessandro Diddi, dopo aver confermato l’esistenza di un dossier su Emanuela Orlandi parla delle piste sulla scomparsa nel giugno 1983: “Sono 5, ma non posso essere tutte valide”.
Prima ha dichiarato di aver ritrovato il dossier del Vaticano sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, poi ha spiegato che il contenuto sul fascicolo resta riservato. Eppure il promotore di giustizia in Vaticano Alessandro Diddi, che nel gennaio 2023 ha aperto le indagini sul caso, sembra avere le risposte abbastanza chiare.
Sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, secondo Diddi, esisterebbero almeno cinque diverse piste. “Se non tutte sono false, certamente non tutte possono essere vere. Stiamo cercando di eliminare quelle non attendibili”, ha spiegato.
Scomparsa Emanuela Orlandi, le piste secondo il promotore di giustizia Vaticana dopo il dossier
Secondo quanto dichiarato da Diddi, le piste sarebbero fra loro “alternative”: quelle prese in considerazione, in particolare, sono cinque. La prima sarebbe quella relativa alle problematiche in ambito familiare; quella dell’abuso in Vaticano “addirittura da ultimo con la vergognosa aggressione a Giovanni Paolo II”; dall’intrigo internazionale al ricatto economico “che potrebbe aver coinvolto lo Ior e il Banco ambrosiano”, fino a quella che ha portato al coinvolgimento della banda della Magliana.
Orlandi, l’avvocata Sgrò: “Dossier su Emanuela in Vaticano è un passo verso la verità, ma non basta”
In queste cinque ipotesi, però, non figura la pista di Londra che, invece, secondo il fratello Pietro sarebbe quella più accreditata. Non è da escludere, inoltre, sebbene Diddi affermi il contrario, che un’ipotesi possa racchiudere più piste insieme: il coinvolgimento della banda della Magliana, ad esempio, potrebbe essere valido per più occasioni e potrebbe non racchiudere un’unica pista a sé stante.
Cosa contiene il fascicolo su Emanuela Orlandi del Vaticano
Dopo che in molti hanno negato l’esistenza del dossier, finalmente è arrivata la risposta definitiva da parte del Vaticano. Subito dopo, però, è scattata la ricerca alle informazioni che potrebbe contenere. L’ex capo della gendarmeria vaticana Domenico Giani, ad esempio, ricevuto dalla commissione bicamerale d’inchiesta, aveva parlato di una “ricostruzione storica” sulla scomparsa di Emanuela. Ricostruzione per cui, inoltre, avrebbe interrogato monsignor Miserachs (che è stato fra il primo religioso a parlare di queste convocazioni sul caso Orlandi).
La famiglia di Emanuela chiede di poter leggere il contenuto dal 2017 eppure, ancora oggi, quando ormai persino la Santa Sede si è decisa a confermare l’esistenza del dossier, l’unica risposta che arriva sul contenuto del fascicolo è che si tratta di materiale riservato: ma cosa potrebbe contenere?
“Facciamo finta di credere che il dossier l’abbiano trovato ora e che non stava già in Segreteria di Stato dal 2012, ma va bene… – ha commentato Pietro Orlandi la notizia del ritrovamento del dossier sulla scomparsa della sorella – L’importante è che hanno ammesso di averlo. Naturalmente speriamo non modificato“. Più pragmatica, probabilmente, l’avvocata Laura Sgrò che invece si chiede chi abbia custodito il fascicolo per tutti questi anni.