Lascia o raddoppia? Questo sembra essere il dilemma davanti a cui si trova Talea Group, che ha appena concluso un aumento di capitale sottoscritto per l’87,38% del totale, per un controvalore di circa 7 milioni. L’operazione è finalizzata in primo luogo ad ampliare la gamma di “private label” del gruppo ed effettuare investimenti tecnologici, nonché a rafforzare la struttura finanziaria, ma anche ad ampliare la compagine azionaria (i diritti di opzione dei due soci di maggioranza sono stati ceduti a investitori istituzionali e, inoltre, il residuo inoptato sarà offerto a nuovi soci entro il prossimo 28 febbraio). Dato che prima dell’operazione il flottante ammontava al 23% del capitale sociale, non c’è dubbio che un ampliamento del numero di azionisti sarebbe stato auspicabile. Dopo l’aumento di capitale il flottante è passato al 37,21%, decisamente elevato per gli standard dell’Euronext Growth Milan.

I numeri

Quanto alla situazione finanziaria, al 30/6/2024 (ultimo dato disponibile), l’indebitamento finanziario netto ammontava a 36,3 milioni, in lieve miglioramento rispetto ai 38,9 milioni di fine 2023 ed in presenza di un patrimonio netto pari a 29,2 milioni, dando luogo a un rapporto Debt/Equity pari a 1,24 volte, su livelli accettabili ma che certamente non consentivano grande capacità di manovra per ulteriori investimenti.

Successivamente la cessione a Dr. Max Investimenti Srl di Amicafarmacia Srl, proprietaria della farmacia “Madonna della Neve” di Bagnolo Piemonte (Cuneo), ha dato luogo a un incasso (per ora) di 1,3 milioni di cui 0,9 per cassa, ed a luglio 2025 è previsto il conguaglio per un prezzo complessivo provvisoriamente definito in 3,9 milioni (il saldo quindi dovrebbe ammontare a circa 2,6 milioni). Questa operazione si pone sulla scia di quella effettuata dalla “rivale” Farmacosmo che, a febbraio 2024, aveva ceduto le sue quote di partecipazione in due farmacie fisiche situate a Torino e Verbania.

Diversificazione

Talea Group ha diversificato significativamente le proprie attività e, pur essendo – secondo Netcomm – il quarto e-commerce italiano in ambito generalista (i primi tre sono i colossi Esselunga, Unieuro e La Feltrinelli) ed il primo nel settore “salute e benessere”, si è resa conto che questo modello di business è caratterizzato da margini molto bassi e dalla necessità di investimenti significativi in tecnologia e logistica che danno luogo a un livello di ammortamenti ed oneri finanziari tale da consentire ben difficilmente il raggiungimento di un utile netto. Al 30/9/2024 la società aveva visto salire i ricavi del 2,4% a 105,1 milioni (+3% a 109,8 milioni quelli adjusted che includono i ricavi dell’attività di co-marketing, con un +1,6% a 103,3 milioni per l’attività Consumer e un +32% a 6,6 milioni per quella Industrial che include le attività Media ed il co-marketing). Questo in presenza di un incremento del numero di ordini pari al 4% a 2,4 milioni e dei prodotti venduti pari al 6,3% a 11,5 milioni.

Migliora l’ebitda ma sono in forte crescita gli oneri finanziari

Il problema però non sono ovviamente le vendite on-line, ma come si è sottolineato la marginalità. Nel primo semestre 2024, a fronte di ricavi adjusted saliti del 10,4% a 83,4 milioni (+7,5% a 77,6 milioni per il segmento Consumer e +70,7% a 5,8 milioni per quello Industrial), l’ebitda è balzato del 24% a 1,4 milioni, ma la perdita operativa è passata da 156.000 a 686.000 euro e quella netta da 940.000 euro a 1,9 milioni dopo oneri finanziari netti balzati da 706.000 euro a 1,2 milioni, anche perché nel frattempo l’indebitamento finanziario netto è aumentato – era di 33,9 milioni al 30/6/2023 – così come soprattutto il livello dei tassi d’interesse.

Condividere.
Exit mobile version