Edoardo Bove è stato operato. Al centrocampista della Fiorentina, vittima di un malore in campo 10 giorni fa durante il match con l’Inter, è stato installato un defibrillatore sottocutaneo amovibile nell’ospedale di Careggi dove è ricoverato dal primo dicembre scorso. L’intervento è perfettamente riuscito.
Una scarica elettrica per rimettere in sesto il cuore
Un defibrillatore si impianta per proteggere la persona da una possibile fibrillazione ventricolare. Questa condizione è caratterizzata da un ritmo velocissimo e irregolare. Questa situazione porta rapidamente ad un gravissimo problema emodinamico, cioè legato allo scorrimento del sangue. Infatti le contrazioni “impazzite” del ventricolo sono del tutto inefficaci, con una grande attività elettrica che si traduce però nella sostanziale assenza della contrazione. Quindi ogni volta il sangue immesso nell’aorta è di gran lunga inferiore rispetto alle necessità dell’organismo. In pochi secondi, quindi si verifica uno stato di grave ischemia al cuore stesso, al cervello e agli altri organi che, se non viene trattata l’aritmia di base. La “defibrillazione” prevede l’applicazione di una scarica elettrica più o meno intensa che possa “rimettere in sesto” il regolare segnale elettrico del cuore.
Cardiochirurgo: “Ritorno in campo non praticabile”
L’impianto del defibrillatore sottocutaneo amovibile a cui è stato sottoposto il calciatore della Fiorentina Edoardo Bove “non prevede un grosso intervento. È abbastanza semplice”. La questione però, trattandosi di un giovane atleta, è il ritorno in campo che “a mio avviso non è praticabile, non solo a livello agonistico”. A dirlo è il cardiochirurgo Luigi Chiariello, già docente di Cardiochirurgia all’Università di Tor Vergata di Roma.
Per Chiariello, visto che si è deciso di impiantare il defibrillatore, “anche se non conosco il caso in maniera specifica, vuol dire che siamo di fronte a una condizione abbastanza seria. C’è un’aritmia pericolosa. In questo contesto non credo che nessun medico possa certificare per il ritorno in campo, almeno nel campionato italiano” dove con il defibrillatore cardiaco impiantabile (Icd) non è consentito giocare.
Per il cardiochirurgo, “non è normale che un ragazzo di 22 abbia quel tipo di malore. La sua è un’aritmia, da quanto si può dedurre dalle notizie diffuse, pericolosa per la vita,quindi certamente non può fare agonismo se non vuole mettere a rischio la vita. Non si può giocare a calcio con un defibrillatore in corpo”. Questo dispositivo, chiarisce, “può salvarlo se ha un’aritmia pericolosa: dà una scossa elettrica e riconverte il battito in ritmo normale, ma non si può rischiare portando il corpo a situazioni fortemente stressanti, come avviene in una partita di calcio”, conclude Chiariello.
Bove ha chiamato la società: “Sto bene”
”Edoardo ha contattato la società e da lui stesso è stata informata che sta bene e che dovrà proseguire il percorso post operatorio prima di essere dimesso dall’ospedale nei prossimi giorni”. A renderlo noto è la Fiorentina con un comunicato diffuso in serata riguardante le condizioni di Bove dopo l’intervento, ”andato a buon fine” per l’impianto di un defibrillatore sottocutaneo di tipo rimovibile.
Il club viola ha fatto sapere che, trattandosi di un defibrillatore removibile, Bove potrà decidere in futuro se tenerlo oppure toglierlo, intanto è iniziato il conto alla rovescia sulle sue dimissioni dall’ospedale che dovrebbe avvenire fra giovedì e sabato e i compagni di squadra non vedono l’ora di abbracciarlo.
C’è attesa inoltre per i risultati dei numerosi accertamenti effettuati in questi giorni dal 22enne centrocampista per cercare di capire le cause del problema per il quale è stato in pericolo di vita.