L’Italia si conferma un mercato molto importante per il salmone norvegese, che rappresenta il 90% di tutto il salmone consumato nel nostro Paese secondo i dati presentati al Seminar 2025 promosso dal Norwegian Seafood Council (Nsc), evento dedicato all’analisi dei trend del mercato ittico italiano, con un focus sui principali prodotti provenienti dalla Norvegia: salmone, stoccafisso e baccalà.
Il valore delle importazioni di salmone dalla Norvegia ha raggiunto 1.277 milioni di euro, accompagnato da una crescita importante sia in termini di volume (+14%) sia di valore (+9%), evidenziando una domanda in espansione anche in un contesto economico complesso.
Secondo Nsc, quasi il 75% dei consumatori in Italia indica il salmone norvegese come «la scelta preferita tra le varietà disponibili, un dato significativamente superiore alla media globale, attualmente intorno al 61%».
Un segnale interessante dell’evoluzione del comportamento dei consumatori è rappresentato dall’acquisto digitale: il 10% degli italiani dichiara di acquistare salmone norvegese ’spesso o molto spesso’ tramite retail online o app dedicate. «L’integrazione del prodotto in questi nuovi ecosistemi digitali – secondo Nsc – contribuisce a rafforzarne la presenza nella quotidianità degli italiani, portando il salmone norvegese anche sulle tavole di chi ha poco tempo, ma non vuole rinunciare a qualità e benessere».
Secondo i dati Crest di Circana, presentati durante il seminario sul consumo fuori casa, nel 2024 gli italiani hanno consumato oltre un milione di porzioni di pesce e frutti di mare, con un incremento del +3% rispetto all’anno precedente.vIl salmone si è confermato il protagonista indiscusso dell’out of home: «la crescita complessiva è stata del +6,2%, trainata soprattutto da contesti come i Quick Service Restaurant e gli ambienti di lavoro».
Secondo la ricerca, quasi la metà dei consumatori che cercano qualità (46%), scelgono il salmone durante i pasti fuori casa e quello norvegese si posiziona come una delle opzioni più complete e apprezzate.
Anche il merluzzo ha registrato una performance positiva con un +5,2%, distribuito in modo omogeneo su tutte le sue varianti.