La Procura di Milano, che indaga sul caso del drone di sospetta fabbricazione russa che sarebbe passato per sei volte sopra il centro di ricerca comune dell’Unione europea di Ispra (Varese), sta facendo accertamenti per verificare se ci siano stati altri possibili sorvoli di velivoli teleguidati su un’area di circa 5 km quadrati, ossia la cosiddetta “no-fly zone” che comprende lo stesso Jrc, vicino al lago Maggiore, e alcuni stabilimenti di Leonardo, l’azienda industriale della Difesa nazionale. L’inchiesta, tra l’altro, si concentra anche su quella zona del Varesotto perché là sarebbero presenti persone filorusse.
Al di là di quello che emergerà dall’inchiesta, già la sola ipotesi che un drone abbia potuto sorvolare quell’area, peraltro sensibile (il Joint research centre fornisce analisi su indirizzi din ricerca nucleare), e non una volta ma ben sei, senza che o l’Enav, l’Ente nazionale per l’assistenza al volo o l’Aeronautica militare abbiano rilevato queste presunte “scorribande”, desta perplessità e interrogativi. Il fascicolo aperto dalla procura di Milano, per ora contro ignoti, è per “spionaggio politico o militare”, aggravato dalla finalità di terrorismo con “grave danno” all’Italia.
Vincenzo Camporini, generale dell’Aeronautica Militare, ex capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare e della Difesa, pilota con esperienza di volo su 24 differenti tipi di aeromobile, inclusi l’F104, il Tornado, l’AMX, velivoli da trasporto plurimotore ed elicotteri, può aiutare a chiarire i contorni di questa vicenda.
Generale, la “no-fly zone” è, o meglio dovrebbe essere, un’area entro il quale vige il divieto di sorvolo. Eppure a Ispra, sul Lago Maggiore, le cose sono andate diversamente. Che cosa può essere accaduto?
Queste “no-fly zone” ci sono, ma quello che si può fare è identificare il drone, non abbatterlo. Siamo in una situazione di pace, e in una situazione di pace neanché le forze armate possono intervenire per tirarlo giù. Si immagini se un drone venisse abbattuto e, nel cadere, cadesse sul tetto di una casa, o colpisse qualcuno.