La Commissione europea rilancia i negoziati con gli Stati Uniti sui dazi ma minaccia, in caso di fallimento, non solo di ripristinare le contromisure sospese ma anche di colpire con la tassazione sui ricavi i giganti del web americani.
Il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, vola a Washington per incontrare lunedì i suoi omologhi. Finora si è interfacciato con il segretario al Commercio, Howard Lutnick, e il rappresentante per il Commercio, Jamieson Greer. La proposta sul tavolo, da parte dell’Ue, è zero dazi da entrambe le parti dell’Oceano. Ma per gli americani non è solo una questione prettamente commerciale.
L’amministrazione Trump vorrebbe eliminare le cosiddette barriere commerciali non tariffarie, tra cui inserisce l’Iva, gli standard europei sui prodotti e la regolamentazione dei servizi digitali che colpisce in particolare i big tech Usa. Bruxelles traccia però le sue linee rosse. E lo fa – in un’intervista al Financial Times – direttamente la presidente Ursula von der Leyen. “Penso che valga assolutamente la pena valutare come allineare le nostre norme e i nostri standard per semplificare il business. Quindi sono aperta a questa possibilità. Ma non dovremmo alzare troppo le aspettative perché spesso ci sono standard diversi perché ci sono differenze nello stile di vita e nella cultura”.
Esclude quindi la possibilità di rivedere le normative “intoccabili” dell’Ue sui contenuti digitali e sul potere di mercato, che i funzionari di Trump considerano un’efficace tassa sulle grandi aziende tecnologiche statunitensi. Né l’Ue negoziera’ sull’Iva, che ha affermato essere equivalente all’imposta sulle vendite statunitense: “Queste non sono incluse nei pacchetti di negoziazione perche’ sono decisioni sovrane”, ha ribadito von der Leyen.
I big tech però sono sul tavolo dei negoziati, come arma in mano all’Unione europea. Von der Leyen, per la prima volta, lo ha detto chiaramente: se i negoziati dovessero fallire l’Unione europea è pronta a colpire i big tech americani con un’imposta sui ricavi pubblicitari.