Non solo competitività per l’industria della difesa. Anche la crisi abitativa nei grandi centri urbani e lo spopolamento delle aree interne, o la gestione delle risorse idriche. La revisione di medio termine della politica di coesione che il vicepresidente della Commissione Ue, Raffaele Fitto, si appresta a presentare sarà profonda, molto di più dei piccoli aggiustamenti del recente passato. Ad anticiparne a grandi linee i contenuti è stato lo stesso Fitto nei giorni scorsi a Palermo in chiusura di un evento sul programma 21-27 della Regione Siciliana. Attesa per domani, mercoledì 26 marzo, nella riunione del collegio, come anticipato nel Libro bianco sulla difesa approvato settimana scorsa, la proposta slitta di una settimana per una inevitabile messa a punto tra le direzioni generali della Commissione. «La revisione di medio termine – ha spiegato il commissario europeo – sarà un’occasione non solo per ricalibrare in pochissime settimane le risorse sulle nuove priorità dell’Unione, ma anche per migliorare la qualità della spesa, con nuovi interventi di semplificazione e più flessibilità per i territori». La revisione comprenderà «un’agenda per le città che affronta la crisi degli alloggi nei grandi centri urbani, ma anche una strategia per contrastare lo spopolamento delle aree interne».

La svolta sulla difesa, ha ribadito Fitto, «sarà su base volontaria, per dare la possibilità a paesi come la Finlandia o la Polonia» di dirottare la spesa su iniziative che serviranno non solo a rafforzare la sicurezza ma anche a dare «maggiore competitività» al sistema industriale: un modo «per rimodellare le politiche di sviluppo». In questo senso, l’uso dei fondi strutturali potrà riguardare anche le regioni italiane, in particolare quelle in cui c’è già una forte presenza di industria della difesa, ma anche quelle in cui esistono le competenze e le strutture di ricerca per sviluppare tutta la parte relativa alla cybersecurity e alla guerra elettronica.

La mossa per convincere Consiglio e Parlamento

Per spingere le regioni a modificare i programmi, il piano di Fitto prevede incentivi economici, dall’aumento della percentuale degli anticipi alla quota del cofinanziamento europeo che potrebbe arrivare al 100%. Su questi aspetti è aperto il confronto tra i servizi perché modifiche così incisive comportano anche variazioni di bilancio che vanno ben calibrate.

Aver allargato la revisione dalla difesa alle altre emergenze, casa, acqua e spopolamento delle aree interne, è una mossa che dovrebbe rendere più agevole il via libera alla revisione sia in Consiglio che Parlamento. L’idea, infatti, che i fondi della coesione contribuiscano alla spesa militare ha già provocato le proteste di molti, in alcune capitali (per esempio quelle che si sentono più lontane dalla minaccia putiniana) e tra i partiti.

Condividere.
Exit mobile version