È successo durante un corsa estrema in Spagna: uno dei concorrenti più forti non ha partecipato alla gara decisiva a causa delle devastazioni provocate dal DANA, l’avversario non ne ha voluto approfittare. “I trofei si dimenticano, queste cose no”.

Il gesto di fairplay va oltre il dato sportivo, quello compiuto da un atleta della Farinato Race (una delle corse a ostacoli più dure per gli sforzi compiuti dai partecipanti) è bellissimo dal punto di vita umano. Daniel Castaño di Salamanca ha messo da parte qualsiasi forma di ambizione personale, rivalità agonistica, e lasciato che a vincere fosse il concorrente rivale, Antonio Quesada di Valencia. Ha rinunciato anche al premio in denaro messo in palio e alla possibilità di gareggiare sul circuito del prossimo anno senza sostenere spese (è uno dei bonus previsti per chi prevale). Per lui, però, l’ultima e definitiva prova della Serie OCR a Mairena del Aljarafe (Siviglia) non aveva più alcun valore dal punto di vista della competizione.

Le motivazioni dietro quel bel gesto di fairplay

Perché lo ha fatto? Pur avendo un vantaggio di 60 punti, accumulato durante le tappe di Cangas de Onís (Asturie), Alcobendas (Madrid), León, La Pinilla (Segovia) e Mérida (Badajoz), non se l’è sentita di salire sul gradino più alto del podio sfruttando la tragica disavventura dell’avversario, che non ha potuto allenarsi a causa delle devastazioni drammatiche provocate dal passaggio del ciclone DANA sulla Comunità spagnola. e gli è sembrato strano, assurdo, ingiusto non avere al suo fianco la persona che più di tutte lo aveva impegnato fino alla sfida più delicata e importante della stagione.

Ecco perché, anche se giunto primo al traguardo, la quota di punti che gli sarebbe spettata per diritto ha preferito cederla alla guardia civile di professione che aveva gareggiato contro di lui. E fa nulla che il successo, proprio in virtù di quel “dono” di solidarietà, sia andato a Quesada che è diventato il vincitore del circuito senza disputare l’ultima gara.

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La reazione: “I trofei si dimenticano, queste cose no”

“Non ci credevo quando Dani mi ha chiamato per dirmelo – è stata la prima reazione del beneficiario, come raccontato dal quotidiano sportivo, Marca -. Gli sarò grato per tutta la vita: i trofei finiscono sugli scaffali, restano lì a prendere polvere e con il passare del tempo vengono dimenticati. I gesti no, sono un’altra cosa”.

Vincere non era ciò che Castaño aveva in animo alla luce di quanto accaduto al Paese, sconvolto dai danni del fenomeno atmosferico e più ancora dalla lunga lista di cadaveri restituiti dal fango e dalle macerie, intrappolati nelle lamiere delle auto trascinate dalla furia della corrente impastata di terra e detriti.

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