Il diabete rappresenta oggi una delle principali sfide per la salute pubblica, con quasi 4 milioni di persone ha ricevuto una diagnosi di diabete negli ultimi due anni e una prevalenza stimata in progressivo aumento. Lo ricordano i ricercatori dell’Istituto superiore di sanità (Iss) in occasione della giornata mondiale dedicata alla malattia, che si celebra il 14 novembre. “La prevalenza del diabete cresce con l’età, e nelle persone tra i 50 e i 69 anni sfiora il 9% – sottolinea il presidente dell’Iss Rocco Bellantone -. Si tratta di un problema rilevante per la salute pubblica nel nostro paese, su cui l’Istituto è fortemente impegnato in diversi settori, dall’epidemiologia alla gestione dei pazienti alla prevenzione”.
Si stima che nel mondo convivano col diabete oltre 540 milioni di persone, sette su dieci sono in età lavorativa. Ed è proprio il lavoro, quest’anno, il focus della giornata mondiale del diabete, con l’obiettivo di far crescere la consapevolezza su questa malattia cronica in continuo aumento.
I numeri
Secondo i dati della sorveglianza Passi coordinata dall’Istituto superiore di sanità nel biennio 2023-2024 poco meno del 5% della popolazione adulta di 18-69 anni ha riferito una diagnosi di diabete. La prevalenza di diabetici cresce con l’età (è il 2% tra le persone con meno di 50 anni e sfiora il 9% fra quelle di 50-69 anni), è più frequente fra gli uomini che fra le donne (5,2% vs 4,4%) e nelle fasce di popolazione socio-economicamente più svantaggiate per istruzione o condizioni economiche (sfiora il 16% fra chi non ha alcun titolo di studio o al più la licenza elementare e raggiunge il 10% fra le persone con molte difficoltà economiche). Non c’è un ampio gradiente geografico ma è statisticamente significativo a svantaggio dei residenti nel Meridione fra il quali la prevalenza di diabete è pari al 6% (vs 4% nel Nord).
I fattori di rischio
Il diabete è fortemente associato ad altri fattori di rischio cardiovascolari, quali l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, l’eccesso ponderale e la sedentarietà: il 50% dei pazienti diabetici riferisce una diagnosi di ipertensione (vs 16% fra le persone senza diagnosi di diabete), il 40% riferisce una diagnosi di ipercolesterolemia (vs 17% fra chi non ha il diabete), il 70% riferisce di essere in eccesso ponderale (Imc ≥ 25, vs 42% fra le persone senza diagnosi di diabete) e, di questi, solo il 46% sta seguendo una dieta per cercare di perdere peso, il 48% delle persone con diabete è completamente sedentario (vs 33% nelle persone senza diagnosi di diabete), il 22% fuma (vs 24% fra le persone senza diagnosi di diabete).
In aumento le persone che si ammalano: le cause
La prevalenza del diabete mellito è in crescita, in parte a causa dell’invecchiamento generale della popolazione ma anche per la diffusione di condizioni a rischio, come sovrappeso e obesità, alimentazione scorretta, sedentarietà e diseguaglianze socio-economiche.
La Giornata Mondiale
Celebrata ogni anno il 14 novembre a partire dal 1991, quando è stata istituita dalla Federazione Internazionale del Diabete (IDF) e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la WDD nel 2006 è diventata una Giornata ufficiale delle Nazioni Unite.
I due tipi di diabete più frequenti
Il diabete di tipo 1, che colpisce prevalentemente bambini e giovani adulti ed è una malattia autoimmune che comporta la distruzione delle cellule del pancreas che producono insulina con la conseguente carenza assoluta di insulina, ormone che regola i livelli di glucosio nel sangue;
il diabete di tipo 2 (o diabete dell’adulto), caratterizzato da elevati livelli di glucosio nel sangue, è dovuto a un’alterazione della quantità o del meccanismo d’azione dell’insulina.
Questi due tipi di diabete più frequenti, si differenziano anche per l’età in cui compaiono (bambini-adolescenti nel tipo 1; adulti nel tipo 2), per la sintomatologia di esordio (acuta nel tipo 1; più sfumata e graduale nel tipo 2), per le terapie (insulina dall’esordio nel tipo 1; correzione degli stili di vita e principalmente farmaci ipoglicemizzanti nel tipo 2) e, soprattutto, per la possibilità di prevenzione primaria poiché il diabete di tipo 2, a differenza di quello di tipo 1, in parte è prevenibile modificando gli stili di vita.
Altre forme includono il diabete autoimmune dell’adulto; sindromi da diabete monogenico; forme secondarie legate a farmaci o altre malattie endocrine; diabete mellito gestazionale non presente prima della gravidanza.
Sintomi della malattia
Nei bambini e adolescenti i sintomi iniziali possono essere: stanchezza, sete intensa, perdita di peso rapida, bisogno frequente di urinare.
Negli adulti inizialmente i sintomi del diabete mellito di tipo 2 sono meno evidenti; si sviluppano in modo graduale, quindi può essere più difficile individuarli. I più frequenti sono: sete intensa e frequente bisogno di urinare, perdita di zuccheri nelle urine (glicosuria), senso di affaticamento, aumento dell’appetito, vista sfocata, aumento delle infezioni dei genitali e delle vie urinarie (per esempio cistiti), piccoli tagli o ferite che guariscono più lentamente.
Complicanze
Il diabete di tipo 2, se non curato e tenuto sotto controllo, può causare complicanze anche gravi. Gli organi maggiormente interessati sono cuore, occhi, reni, sistema nervoso.
In particolare, il rischio di malattie cardiovascolari, responsabili di oltre la metà dei decessi per diabete, è da due a quattro volte più alto nelle persone con diabete rispetto al resto della popolazione.
La malattia può provocare la perdita progressiva della funzione dei reni; se non trattata in modo adeguato, è tra le principali cause di insufficienza renale terminale che rende necessario il ricorso alla dialisi o al trapianto renale.
Il diabete può danneggiare i piccoli vasi sanguigni della retina (retinopatia diabetica) provocando la perdita progressiva della vista, fino alla cecità. Di solito insorge dopo almeno dieci anni di malattia, soprattutto se la glicemia non è tenuta sotto controllo per lungo tempo. Le persone che hanno il diabete, poi, sono più esposte anche al rischio di sviluppare cataratta e glaucoma.
La malattia può provocare neuropatie con danni a carico dei nervi stessi o degli organi interni da essi innervati; inoltre, la neuropatia e/o la vasculopatia periferiche, aggravate da uno scompenso glicemico di lunga durata, possono causare ulcere ai piedi (piede diabetico) che, in caso di infezione, diventano più profonde e difficili da curare.
Terapie
Le recenti innovazioni in diagnostica e terapia, come le nuove tecnologie di monitoraggio continuo e le opzioni terapeutiche avanzate, tra cui l’insulina settimanale, offrono nuove prospettive per una diagnosi precoce e una gestione più efficace della malattia. Questi strumenti innovativi consentono di migliorare la qualità della vita dei pazienti, favorendo un’aderenza terapeutica più semplice e riducendo il rischio di complicanze a lungo termine, come malattie cardiovascolari, nefropatia e neuropatia.
Italia a capo di progetti Ue
L’Istituto superiore di sanità in particolare è capofila di due progetti europei dedicati alla prevenzione e alla gestione di questa patologia, Care4Diabetes, che ha sviluppato una piattaforma in aiuto dei pazienti, e Jacardi, che tra le sue attività ha anche la creazione del primo registro del diabete in Italia.
