«Oggi non c’è evidenza di una eruzione imminente. Non c’è magma che va verso la superficie», «si registra da tre settimane una variazione di velocità della deformazione crostale che ha raggiunto i 3 centimetri al mese».E ancora: «C’è da attendersi altra sismicità». Sono alcuni dei messaggi e chiarimenti forniti nel corso della conferenza stampa tenuta questa mattina presso l’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv, dal direttore Mauro Antonio Di Vito e dal Direttore della Sezione di Napoli dell’Osservatorio Vesuviano, Francesca Bianco, per fare il punto dopo la scossa di terremoto di magnitudo 4.4. avvenuta nella notte nella zona dei Campi Flegrei.

«Questo segnale, assieme ad altri, ci dice che il processo sta continuando a una velocità sostenuta e possiamo aspettarci altra sismicità», ha detto il direttore De Vito. Sulla intensità dei prossimi eventi bradisismici, Francesca Bianco, ha spiegato: «Non c’è relazione diretta tra sollevamento e magnitudo, si tratta comunque di terremoti, che sono imprevedibili».

L’evento di 4.4 il più significativo, sciame in atto

L’evento della notte scorsa, è avvenuto nell’area della fascia costiera tra Pozzuoli e Bagnoli, a una profondità di 2 chilometri. Un’area in cui si è verificata una concentrazione di terremoti superiori a magnitudo 2,5 negli ultimi tempi. Ed è stato avvertito molto anche a Napoli centro, soprattutto a Posillipo. «Quello di stanotte è stato il secondo evento più significativo dall’inizio della crisi bradisismica _ ha chiarito Di Vito _ E’ in corso uno sciame di cui è stato l’evento più significativo e iniziale, con pochi eventi piccoli a seguire. Non posso escludere che vi siano altri eventi simili, ma eventi di magnitudo significativa come questo sono rari. L’osservazione dei fenomeni _ aggiunge Di Vito _ crea aspettative di nuova sismicità, ma non è possibile prevedere i tempi».

Monitoraggio continuo e comunicazioni tempestive

Il direttore dell’Osservatorio Vesuviano ha voltuo chiarire che l’Osservatorio garantisce un monitoraggio continuo valutando allo stesso tempo sismicità, deformazione del suolo e emissioni di anidrite carbonica come aspetti di un unico fenomeno. Ciò avviene anche grazie a una rete di sensori molto sensibile e capillare. «In caso di terremoti superiori a magnitudo 3 _ ha aggiunto Di Vito _ siamo in condizioni di conoscere subito le caratteristiche e comunicarle alla protezione civile allo scopo di fornire tempestivamente indicazioni su come intervenire». L’attività di monitoraggio _ è stato chiarito _ continua anche durante i terremoti.

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