Il leader della Lega Matteo Salvini, ma anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, hanno criticato apertamente e con toni duri il piano di riarmo dell’Unione europea. A un evento leghista ad Ancona, i due hanno anche evitato di criticare i dazi di Donald Trump, che secondo Giorgetti possono essere una “occasione”.

“Che si debba avere la capacità di difesa è giusto e corretto, ma che improvvisamente si scopre che si debbano spendere valangate di miliardi facendo debito per la difesa è singolare, posto che la guerra ucraina c’è da tre anni”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, parlando ad Ancona a un evento della Lega in vista del congresso del partito che si svolgerà il 5 aprile.

Non è la prima volta che Giorgetti ha espresso scetticismo sul piano ReArm Eu, ma qui lo ha fatto con un tono particolarmente netto. E poi ha difeso, in parte, l’intenzione degli Stati Uniti di imporre dazi all’Unione europea, dicendo che può essere “un’occasione”. Matteo Salvini gli ha dato manforte, dicendo che i veri dazi sono quelli messi “da Bruxelles”.

Giorgetti critica la spesa militare e la Germania: “Loro fanno quello che gli pare”

“Non è possibile che noi, che stiamo facendo una fatica tremenda per ridurre” il debito pubblico, ha aggiunto, adesso “dobbiamo trovare 10, 20, 30 miliardi per finanziare le armi”. Insomma, una linea decisamente critica. Che poi si è allargata alle norme di bilancio europeo, e alla Germania.

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“In Europa non è possibile che ci siano delle regole scritte in inglese ma pensate in tedesco”, ha detto Giorgetti. “Le abbiamo approvate sei mesi fa e cosa è successo? I tedeschi hanno deciso che loro fanno quel cavolo che gli pare, facendo tutto il contrario, naturalmente senza aver negoziato a livello europeo nulla. La Germania decide che deve riarmarsi. La von der Leyen rilancia 800 miliardi di debito per il riarmamento”.

I dazi di Trump? Una “occasione per difendere le imprese italiane”

Il ministro dell’Economia, che ha anche smentito di aver litigato con Giorgia Meloni nei giorni scorsi (“sono tutte balle)”, ha poi parlato dei dazi imposti dagli Stati Uniti, condividendo la linea della Lega – ovvero, naturalmente, un approccio ‘accomodante’ nei confronti di Donald Trump. “Il dazio l’ho sempre concepito come ripristinare una parità di competizione rispetto ad altri che invece le regole, anche quelle elementari non le rispettano, per assicurare quella che è la vera concorrenza”, ha detto.

Più nello specifico, “Trump fa casino, li vuole mettere perché pensa che è il modo difendere le imprese americane”. Ma, ha concluso il ministro, i dazi sono “l’occasione buona per difendere i giusti diritti delle imprese italiane, delle migliaia di imprenditori che hanno dovuto chiudere per la concorrenza sleale”, per “andare a riscrivere le regole della competizione globale”.

All’evento è intervenuto anche Matteo Salvini, che sui dazi ha usato parole anche più favorevoli agli Usa: “Trump minaccia dei dazi ma gli unici dazi veri, reali che da anni azzoppano l’impresa italiana, non li ha messi Washington ma Bruxelles con regole idiote”.

Salvini dice che se qualcun altro vuole fare il segretario della Lega, a lui va bene

Nel corso del suo intervento, peraltro, Salvini ha parlato anche del congresso in programma il 5 aprile. Al momento non sembra che ci sia davvero l’intenzione da parte dei suoi critici interni al partito di presentare una candidatura opposta a Salvini, ma il vicepremier ha comunque aperto alla possibilità: “Siccome dei borbottii, dei mugugni, dei lamenti e dei retroscena non ci facciamo niente, ho messo a disposizione il mio mandato”, ha detto.

Poi ha specificato: “Se qualcuno vuol fare il segretario della Lega perchè si sente di farlo, io sarò il suo più leale sostenitore. Non muoio per andare avanti per altri tre anni a fare il segretario della Lega, perché è bello, ma impegnativo. Se qualcuno vuol fare il segretario della Lega si candidi e sarò il primo firmatario della mozione a suo sostegno“.

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